giovedì 15 gennaio 2009

L’Osservatore romano, ROMA 23 settembre 2008:PUGLIA i commissari UNESCO nella Longobardia del sud


PUGLIA - I commissari dell’Unesco nella Longobardia del sud
L’Osservatore romano, 23 settembre 2008

Promossa, bocciata o rimandata? I cittadini di Monte Sant'Angelo sul Gargano attendono l'arrivo della commissione che dovrà approvare o meno la candidatura della cittadina micaelica nel patrimonio mondiale dell'Unesco. Il 23 settembre alcuni ispettori visiteranno il santuario di San Michele e la zona circostante per verificare se quanto dichiarato nel dossier rispecchia i canoni previsti per l'approvazione della candidatura. Il tutto sarà raccolto in una relazione segreta che i commissari consegneranno all'Unesco, La candidatura di Monte Sant'Angelo corrisponde alla tipologia definita dall'Unesco come «sito seriale». Italia Langobardorum: centri di poteri e di culto (568 – 774) comprende infatti le più rilevanti testimonianze longobarde presenti sul territorio nazionale: dal Tempietto longobardo a (Cividale del Friuli — con i resti del Palazzo Patriarcale e con il Museo Archeologico Nazionale — al complesso monastico di San Salvatore e Santa Giulia a Brescia, dal castrum di Castelseprio (Varese) — con la chiesa di Santa Maria foris portas — al Tempietto del Clitunno, a Campello (Perugia), dalla basilica di San Salvatore a Spoleto alla chiesa di Santa Sofìa — con il chiostro e il Museo del Sannio a Benevento — fino al Santuario micaelico di Monte Sant'Angelo. I beni inseriti nella candidatura rappresentano, ognuno per la propria tipologia specifica, il modello più significativo o quello meglio conservato tra le numerose testimonianze diffuse nel territorio nazionale e, nel loro insieme, rispecchiano la cultura longobarda . nelle sue varie espressioni. Ma che rapporto ebbe questo popolo germanico con il sud Italia?
I Longobardi comparvero nel meridione alla fine del VI secolo. Dopo aver fondato con il duca Zottone, nel 570, il ducato di Benevento. cercarono a più riprese sbocchi sul Tirreno e sull'Adriatico. Obiettivo: impossessarsi delle fertili pianure campane e pugliesi. Così si spinsero più volte fino a Siponto, allora sotto il dominio bizantino, nella cui diocesi era presente il santuario micaelico. Da subito i Longobardi si sentirono particolarmente attratti da Michele, nel quale trovavano attributi e caratteristiche del pagano Wodan, considerato dai popoli germanici dio supremo, dio della guerra, protettore di eroi e guerrieri.
Nel 642 Aione, duca di Benevento, si mosse contro gli Slavi che, secondo quanto tramanda lo scrittore Paolo Diacono, erano sbarcati sulla costa adriatica accampandosi non lontano da Siponio; ma Aione, attirato in una trappola, fu ucciso. Messo al corrente di ciò, Radoaldo, che reggerà il ducato di Benevento dal 642 al 647, accorse sul Gargano in favore dei Sipontini. Inflisse agli Slavi una grave disfatta costringendoli alla fuga. Le mire espansionistiche longobarde preoccuparono i Bizantini, i quali, stando al racconto di Paolo Diacono, attaccarono verso il 650 il santuario micaelico e furono gravemente sconfitti dal longobardo Grimoaldo 1. duca di Benevento (647-671). L'episodio del 650 influì profondamente sulla storia dei rapporti tra Longobardi e culto micaelico. Quando nel IX secolo, accanto alla data tradizionale del 29 settembre, cominciò a comparire l'8 maggio come dies festus della dedicazione della chiesa micaelica sul Gargano. la storiografia longobarda fece risalire proprio a quel giorno l'apparizione di Michele e la vittoria di Grimoaldo sui Bizantini, contribuendo a creare una tradizione che si è perpetuata ininterrottamente nei secoli. Dal Gargano poi il culto emigrò in Europa e il santuario fu molto imitato.
Questi eventi sono stati ricostruiti in circa trentanni di ricerca dal gruppo di studiosi del Dipartimento di Studi classici e cristiani dell'università di Bari guidati da Giorgio Otranto, che martedì prossimo illustrerà le specificità del sito micaelico.
Su tutto il territorio italiano sono presenti testimonianze della civiltà longobarda di valore assolutamente unico che, anche a motivo della molteplicità dei soggetti coinvolti comuni, province, regioni, soprintendenze, enti parco, diocesi), conferisce alla candidatura un carattere di innovazione e uno spiccato interesse, ponendola in linea con i desiderata del Centro del Patrimonio Mondiale Unesco.
Per la città di Monte Sant'Angelo, la cui candidatura è stata formalizzata ufficialmente il 9 gennaio scorso, hanno firmato l'intesa con il ministero per i Beni e le Attività Culturali, oltre ad autorità regionali e provinciali, il sindaco Andrea Ciliberti e Giorgio (Diramo, Direttore del Centro di Studi Micaelici e Garganici. La procedura si concluderà solo quando si sarà riunito a Parigi il Comitato del Patrimonio Mondiale per le proprie determinazioni.