giovedì 15 ottobre 2015

Longobardia una Regione Virtuale Europea, un Corridoio Geoculturale Europeo. Venerdi 16 Ottobre 2015 verrà Riaperta al Pubblico, dopo un lungo restauro, la CAPPELLA DI TEODOLINDA con i suoi Splendidi Affreschi...Imperdibile...

Duomo di Monza: Cappella di Teodolinda



SCENE RAFFIGURATE nella CAPPELLA di TEODOLINDA:
La numerazione parte dall'alto a sinistra
  1. Autari, re dei Longobardi, manda inviati a Childeberto, re dei Franchi, per chiedere la mano della sorella Inganda (lunettone)
  2. Childeberto riceve gli inviati, ma ha già promesso la sorella al figlio re di Spagna (lunettone)
  3. Ritorno in Italia degli inviati longobardi (inizio della seconda fascia, quella più in alto, da sinistra)
  4. Autari incarica gli invitati di recarsi alla corte di Garibaldo duca dei Bavari, per chiedere la mano della figlia Teodolinda
  5. Partenza degli inviati per la Baviera
  6. Garibaldo riceve gli invitati longobardi ed esaudisce la loro richiesta
  7. Ritorno degli invitati in Italia
  8. Autari riceve i suoi invitati accompagnati da una delegazione dei Bavari
  9. Autari si reca in Baviera in incognito
  10. Teodolinda accoglie la delegazione e porge ad Autari la bevanda di benvenuto senza riconoscerlo
  11. Autari torna in Italia
  12. Festa alla corte longobarda
  13. Il re dei Franchi Childeberto muove guerra ai Longobardi e sconfigge il duca di Baviera (inizio della terza fascia, da sinistra)
  14. Garibaldo, Teodolinda e il fratello di lei fuggono in Italia
  15. Arrivo di Teodolinda in terra longobarda
  16. Gli inviati informano Autari dell'arrivo di Teodolinda
  17. Autari a cavallo va incontro a Teodolinda
  18. Incontro di Teodolinda e Autari presso Verona
  19. Matrimonio della coppia (15 maggio 590)
  20. Ingresso della coppia a Verona
  21. Festeggiamenti per il matrimonio a Verona
  22. Autari conquista Reggio Calabria
  23. Autari muore avvelenato a Pavia (5 settembre 590) (inizio della quarta fascia, da sinistra)
  24. Teodolinda viene confermata regina dei Longobardi e ottiene di scegliere il secondo marito. La sua scelta cade su Agilulfo, duca di Torino
  25. Agilulfo riceve un messaggio di Teodolinda
  26. Agilulfo e Teodolinda si incontrano a Lomello
  27. Agilulfo rinnega l'arianesimo, si converte alla fede cattolica e prende il nome di Paolo
  28. Incoronazione di Agilulfo a re dei Longobardi
  29. Matrimonio di Teodolinda e Agilulfo
  30. Banchetto di nozze
  31. Partenza della coppia reale per la caccia
  32. Scena divisa in due parti:
    1. Teodolinda sogna che la colomba dello Spirito Santo le indicherà il luogo dove dovrà erigere la sua chiesa
    2. Partenza della regina alla ricerca del luogo adatto
  33. Apparizione dello Spirito Santo in forma di colomba
  34. Posa della prima pietra del duomo di Monza (inizio della quinta fascia, quella più in basso, da sinistra)
  35. Teodolinda fa trasformare gli idoli pagani nel tesoro cristiano della nuova chiesa
  36. Donazioni di Teodolinda al duomo
  37. Adaloaldo, il giorno della sua incoronazione, dona alla chiesa altri tesori
  38. Morte di Agilulfo
  39. Papa Gregorio Magno consegna al diacono Giovanni doni per il duomo di Monza, fra cui reliquie e codici
  40. Il diacono Giovanni consegna i doni al vescovo di Monza alla presenza di Teodolinda
  41. Morte della regina Teodolinda
  42. L'imperatore Costante IV parte per cacciare i Longobardi dall'Italia
  43. Arrivo in Italia dell'imperatore Costante
  44. Un eremita predice all'imperatore che non riuscirà a sconfiggere Longobardi
  45. L'imperatore Costante lascia l'Italia senza combattere

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  Ecco cosa dice il Giudice Costituzionale Gustavo Zagrebelsky:
Si parla di fallimento dello Stato come di cosa ovvia.
Oggi, è “quasi” toccato ai Greci, domani chissà.  
È un concetto sconvolgente, che contraddice le categorie del diritto pubblico formatesi intorno all’idea dello Stato. 
Esso poteva contrarre debiti che doveva onorare. Ma poteva farlo secondo la sostenibilità dei suoi conti. Non era un contraente come tutti gli altri. Incorreva, sì, in crisi finanziarie che lo mettevano in difficoltà. Ma aveva, per definizione, il diritto all’ultima parola. Poteva, ad esempio, aumentare il prelievo fiscale, ridurre o “consolidare” il debito, oppure stampare carta moneta: la zecca era organo vitale dello Stato, tanto quanto l’esercito. 
Come tutte le costruzioni umane, anche questa poteva disintegrarsi e venire alla fine. Era il “dio in terra”, ma pur sempre un “dio mortale”, secondo l’espressione di Thomas Hobbes. Tuttavia, le ragioni della sua morte erano tutte di diritto pubblico: lotte intestine, o sconfitte in guerra. Non erano ragioni di diritto commerciale, cioè di diritto privato. Se oggi diciamo che lo Stato può fallire, è perché il suo attributo fondamentale — la sovranità — è venuto a mancare. Di fronte a lui si erge un potere che non solo lo può condizionare, ma lo può spodestare. Lo Stato china la testa di fronte a una nuova sovranità, la sovranità dei creditori.
Esattamente come è per le società commerciali. 
I creditori esigono il pagamento dei loro crediti e, se il debitore è insolvente, possono aggredire lui e quello che resta del suo patrimonio e spartirselo tra loro”.
La menomazione dell’indipendenza e della sovranità è reato…