By Diego Scarbolo già Centro Turistico Giovanile e membro del Forum Associazioni Promozione Turismo Sociale Brescia Ctg, Cts, Acli, Uisp, Aics, Arci, Ass.Longobardia Regione Virtuale Europea
sabato 21 dicembre 2019
giovedì 14 novembre 2019
TURISMO DELLE RADICI, TURISMO DI RITORNO…E’ IL GRAZIOSO E PIACEVOLMENTE GUSTOSO MODO DI DIRE: “IO HO RADICI ITALIANE”…di Diego Scarbolo
TURISMO DELLE RADICI, TURISMO DI RITORNO…E’ IL GRAZIOSO E PIACEVOLMENTE GUSTOSO MODO DI DIRE: “IO HO RADICI ITALIANE”…di Diego Scarbolo
E ancora: perché ne vale la pena? Come si fa? Dove si fa?...sono solo alcune domande ineludibili…
Va detto -subito- che Turismo (parto da un posto e ritorno nello stesso posto da cui sono partito) è da meglio coniugare con la parola turismi(turismo responsabile, t.culturale, t.sociale, t.sostenibile,t.ecologico, t.enogastronomico, t.archeologico,t-archeologia industriale,t.lento,t.slow food,t.salute,t.medico,t……..ecc…)
Ed inoltre qui interessa partire dal termine ITALICI come parola, come concetto e come esperienza di vita che riguarda nel mondo, secondo autorevoli stime, condotte dallo studio di ricerche coordinato da Piero Bassetti, già primo presidente della Regione Lombardia e relatore sull’argomento alla sede dell’ONU a New York, circa 250 milioni di persone.
Per Italici intendiamo coloro i quali hanno radici di sangue (ricordo che sono solo le piante ad avere le radici non le persone umane) generazionali totali o almeno parziali con nati in Italia, radici culturali con l’Italia (ad es. non c’è direttore di museo d’arte importante nel mondo che non abbia soggiornato parte della sua vita e imparato la nostra lingua in Italia…) radici sociali ( ad es. essere parte acquisita di famiglie allargate italiane) radici religiose (frutto di maturazione nei monasteri italiani e a Roma centro millenario della cattolicità universale) radici giuridiche (il diritto nella lingua della antica Roma è ancora ineludibile per la comprensione giuridica erudita della articolata umanità tutta…)…
Ecco turismo delle radici, ecco turismo di ritorno in Italia del Nord, Centro e Sud le TRE vere macroregioni italiane articolate con lingue e tradizioni famigliari e di famiglie allargate e di fratellanza e di cooperazione e di aspirazioni alla pace, alla libertà ed alla democrazia ….si distinte ma mai separate dall’amore di Patria e da un sano patriottismo.
Tradizioni culturali nel senso di erudizione, nel senso pedagogico, nel senso di modi di vivere, di usi&costumi tra cui la enogastronomia….quale è il vino tipico italiano?...le terre italiche si estendono dalla cima dello Stelvio sino all’isola di Pantelleria, in pieno mare mediterraneo…ebbene di vini tipici ne abbiamo migliaia! …così come migliaia sono i nostri tipici piatti di pasta…ecc…e così è TUTTA da vedere, ascoltare, toccare, odorare, gustare la nostra unità linguistica dentro le nostre diversità del tutto particolare ed uniche italiane.
Solo quando l’amore del fare “tabrocca” si ha un Capo-Lavoro ed “i nostri” sono riconosciuti come Patrimoni Ereditari Culturali dell’Umanità Intera-Unesco.
Come si fa a far vedere, ascoltare, toccare, odorare, gustare ed in questo caso risvegliare nel profondo le radici italiane ? a chi e come rivolgersi? Ecco gli animatori culturali ambientali (ACA) persone preparate il cui amore per la propria città, provincia, regione, ed Italia tutta tende a traboccare rendendosi così percepibile e conseguentemente percepita dal turismo delle radici, turismo di ritorno…
Da qui nasce il bisogno-vero di confrontarsi-davvero in profondità su basi di sana conoscenza della emigrazione italiana vecchia e nuova che riguardava e riguarda, ancora oggi, il mondo intero.
La padronanza delle essenzialità del Presente, dell’Oggi, implica una padronanza -sostanziale del nostro Passato, della nostra ricca ed articolata ultramillenaria Storia.
Va preso atto che le nostre Tre sostanziali macroregioni quella del Nord con la sua corona alpina si relaziona, da sempre, con il centro europa; quella Centrale con Roma (riferimento ineludibile da sempre della cattolicità mondiale) ponte tra i due mari Tirreno ed Adriatico ed il Sud che è - rimane e rimarrà- il vero “Molo” dell’intero Mediterraneo che non può non avere: un grande futuro.
E se non se ne farà Nulla del turismo delle radici, del turismo di ritorno? Vorrà dire che saremo più poveri, tutti, nessuno escluso.
Sappiamo bene che ricco è molto, molto di più di avere tanto denaro e la nostra cara e bella Italia, con tutta la sua lunga meravigliosa storia, ce lo mostra in continuo, testimoniando che solo chi padroneggia il Passato può padroneggiare il Futuro.
Ma il discorso non finisce e non può finire qui. Molto rimane da dire, da ragionare e da mettere in atto . Assieme, nessuno escluso.
Si qui, in questo tempo, siamo solo all’antipasto.
E ancora: perché ne vale la pena? Come si fa? Dove si fa?...sono solo alcune domande ineludibili…
Va detto -subito- che Turismo (parto da un posto e ritorno nello stesso posto da cui sono partito) è da meglio coniugare con la parola turismi(turismo responsabile, t.culturale, t.sociale, t.sostenibile,t.ecologico, t.enogastronomico, t.archeologico,t-archeologia industriale,t.lento,t.slow food,t.salute,t.medico,t……..ecc…)
Ed inoltre qui interessa partire dal termine ITALICI come parola, come concetto e come esperienza di vita che riguarda nel mondo, secondo autorevoli stime, condotte dallo studio di ricerche coordinato da Piero Bassetti, già primo presidente della Regione Lombardia e relatore sull’argomento alla sede dell’ONU a New York, circa 250 milioni di persone.
Per Italici intendiamo coloro i quali hanno radici di sangue (ricordo che sono solo le piante ad avere le radici non le persone umane) generazionali totali o almeno parziali con nati in Italia, radici culturali con l’Italia (ad es. non c’è direttore di museo d’arte importante nel mondo che non abbia soggiornato parte della sua vita e imparato la nostra lingua in Italia…) radici sociali ( ad es. essere parte acquisita di famiglie allargate italiane) radici religiose (frutto di maturazione nei monasteri italiani e a Roma centro millenario della cattolicità universale) radici giuridiche (il diritto nella lingua della antica Roma è ancora ineludibile per la comprensione giuridica erudita della articolata umanità tutta…)…
Ecco turismo delle radici, ecco turismo di ritorno in Italia del Nord, Centro e Sud le TRE vere macroregioni italiane articolate con lingue e tradizioni famigliari e di famiglie allargate e di fratellanza e di cooperazione e di aspirazioni alla pace, alla libertà ed alla democrazia ….si distinte ma mai separate dall’amore di Patria e da un sano patriottismo.
Tradizioni culturali nel senso di erudizione, nel senso pedagogico, nel senso di modi di vivere, di usi&costumi tra cui la enogastronomia….quale è il vino tipico italiano?...le terre italiche si estendono dalla cima dello Stelvio sino all’isola di Pantelleria, in pieno mare mediterraneo…ebbene di vini tipici ne abbiamo migliaia! …così come migliaia sono i nostri tipici piatti di pasta…ecc…e così è TUTTA da vedere, ascoltare, toccare, odorare, gustare la nostra unità linguistica dentro le nostre diversità del tutto particolare ed uniche italiane.
Solo quando l’amore del fare “tabrocca” si ha un Capo-Lavoro ed “i nostri” sono riconosciuti come Patrimoni Ereditari Culturali dell’Umanità Intera-Unesco.
Come si fa a far vedere, ascoltare, toccare, odorare, gustare ed in questo caso risvegliare nel profondo le radici italiane ? a chi e come rivolgersi? Ecco gli animatori culturali ambientali (ACA) persone preparate il cui amore per la propria città, provincia, regione, ed Italia tutta tende a traboccare rendendosi così percepibile e conseguentemente percepita dal turismo delle radici, turismo di ritorno…
Da qui nasce il bisogno-vero di confrontarsi-davvero in profondità su basi di sana conoscenza della emigrazione italiana vecchia e nuova che riguardava e riguarda, ancora oggi, il mondo intero.
La padronanza delle essenzialità del Presente, dell’Oggi, implica una padronanza -sostanziale del nostro Passato, della nostra ricca ed articolata ultramillenaria Storia.
Va preso atto che le nostre Tre sostanziali macroregioni quella del Nord con la sua corona alpina si relaziona, da sempre, con il centro europa; quella Centrale con Roma (riferimento ineludibile da sempre della cattolicità mondiale) ponte tra i due mari Tirreno ed Adriatico ed il Sud che è - rimane e rimarrà- il vero “Molo” dell’intero Mediterraneo che non può non avere: un grande futuro.
E se non se ne farà Nulla del turismo delle radici, del turismo di ritorno? Vorrà dire che saremo più poveri, tutti, nessuno escluso.
Sappiamo bene che ricco è molto, molto di più di avere tanto denaro e la nostra cara e bella Italia, con tutta la sua lunga meravigliosa storia, ce lo mostra in continuo, testimoniando che solo chi padroneggia il Passato può padroneggiare il Futuro.
Ma il discorso non finisce e non può finire qui. Molto rimane da dire, da ragionare e da mettere in atto . Assieme, nessuno escluso.
Si qui, in questo tempo, siamo solo all’antipasto.
venerdì 10 maggio 2019
CIVIDALE del Friuli (UD) 10 MAGGIO 2019: Dr.Diego Scarbolo in ricordo del Prof. AMELIO TAGLIAFERRI: “Una cultura nuova per una civiltà nuova”
CIVIDALE 10 MAGGIO 2019: Dr.Diego Scarbolo
AMELIO TAGLIAFERRI: “Una cultura nuova per una civiltà nuova”
La forza dell’ereditarietà culturale delle genti Longobarde in Italia ed Europa. Storico, promotore della valorizzazione del Patrimonio Ereditario Culturale della Umanità Longobardo –Unesco- a partire da Forum Iulii&Brixia.
+++++
Io sono Diego Scarbolo, con radicidisangue friulane, ed il mio mentore è stato il prof. Amelio Tagliaferri.
Uso Mentore come parola (di guida oltre i limiti), come concetto (va oltre il maestro), come esperienza di vita ( un rapporto fecondo di verità).
Tutta la Sua famiglia, che ha avuto residenza per un lungo periodo a Brescia, è sempre stata in rapporto di vera amicizia con la mia che risiedeva a Brescia già dalla fine degli anni quaranta.
Io ho seguito “il Professore” da ragazzo poi laurea in economia, master postuniversitario ENI in tecnologie avanzate, esperienze in gruppi industriali profit-oriented e nelle organizzazioni nonprofit….sino alla Sua prematura e compianta fine.
Sono stato il primo Presidente della Associazione Longobardia assieme a Bruno Cesca, Luigi Bandera , Gianbattista Muzzi, Franco Fornasaro e scrivo queste righe non dal punto di vista della Sua produzione scientifica che conta più di 160 lavori e che così bene lo ricorda il prof. Tommaso Fanfani ( già ordinario di Storia Economica Univ. Pisa) :
"... Amelio Tagliaferri, l'uomo che fu il mio Maestro, che mi avviò alla Storia Economica e che resta per me un punto di riferimento preciso, oggi come ieri." "...amava la storia allo stesso modo del suo Maestro, Amintore Fanfani... vale a dire teorizzatore della centralità dell'uomo..." "..il 14 ottobre 1963 Amintore Fanfani gli scrive una lunga lettera e lo consiglia a trovarsi, dopo la morte di Bognetti, un altro Maestro, per ""proseguire i tuoi studi -dice- con il necessario appoggio, per non lasciarli nel puro campo delle soddisfazioni dilettantistiche, come io sto facendo con la pittura.""".
Scrivo -come primo presidente della Associazione Longobardia- queste righe a testimonianza delle Sue intuizioni sul Patrimonio Ereditario Culturale della intera Umanità delle genti Longobarde e sulla ineludibile opportunità metodologica “interdisciplinare”. il prof. Polese, (già associato di storia economica alla Facoltà di Lingue e Letterature Straniere di Udine), ricorda, anch’esso, nei suoi scritti in memoria del Prof. Amelio Tagliaferri, “la Sua insitenza sulla "interdisciplinarietà" ed "interculturalità"... nella ricerca costante di cogliere l'essenza dei fenomeni esaminati….”.Si deve ricordare che il Tagliaferri affascinato dalla civiltà longobarda ne diverrà uno dei più autorevoli esperti al mondo e organizzerà nel 1990 la grande mostra internazionale sulla civiltà longobarda
("I LONGOBARDI:grandezza e splendore di un popolo d'Europa"), l'evento culturale di richiamo mondiale che rappresenta la sintesi di una vita dedicata alla ricerca sui longobardi, alla loro organizzazione economica, civile e produttiva.
Quando parlavo con il Professore dei percorsi storici dei Longobardi mi ricordava la storica Enciclopedia Treccani al volume XXI in cui si spiegava bene, a pag.419, cosa fosse la LONGOBARDIA:
“….il nome discende dal medioevale LONGOBARDIA …e corrisponde all’insieme dei territori italiani occupati o dominati dai Longobardi…ma Longobardia valicava gli attuali confini dell’attuale Lombardia tanto che all’epoca di Dante Lombardo fu sinonimo di italiano”.
Ma sono anche Presidente del gruppo del Ctg (www.CTG:IT) Centro Turistico Giovanile Longobardia (www.ctg-longobardia.it) e devo ricordare il ruolo del Ctg anche quando si parla e argomenta su siti e beni Patrimoni Ereditari Culturali dell’Umanità-UNESCO. Ruolo che si nutre del suo radicato patrimonio culturale e che si estrinseca nella “capacità di concorrere a gestire assieme, consapevolmente, progetti complessi”…l “Tutto” assieme, in questo progetto, con altri importanti nazionali organismi associativi del turismo sociale quali il CTS, ACLI, UISP, AICS e ARCI.
E così oggi possiamo e dobbiamo lasciar parlare i fatti documentati e realizzati:
-A pagina 7 (sette)e 8 (otto) del Piano di Gestione della candidatura a Patrimonio Ereditario Culturale della Umanità -UNESCO- già depositato nel 2008 a PARIGI presso la sede mondiale UNESCO dal Ministero e dei Beni Culturali e Ambientali Italiano e sottoscritto da 5 (cinque) Regioni Italiane (FRIULI, LOMBARDIA, UMBRIA, CAMPANIA, PUGLIA) , 6 (sei) Province (UDINE, BRESCIA,VARESE, PERUGIA, BENVENTO, FOGGIA) , 8 Amministrazioni comunali (CIVIDALE DEL FRIULI, BRESCIA, CASTELSEPRIO-VARESE,CAMPELLO,SPOLETO, BENEVENTO,MONTE SANT’ANGELO) 1 Ente parco, 2 Comunità Montane, 3 Enti ecclesiastici, 2 Fondazioni pubblico-private, 2 Centri di studi, ben 19 Uffici territoriali del Ministero per i beni e le attività culturali (Direzioni Regionali e Soprintendenze) si legge:
“”Unita a Cividale dal filo logico della matrice longobarda e dalle due grandi mostre internazionali sulla storia dei Longobardi, la città di Brescia sin dal 2003 aveva avanzato proposte di collaborazione a livello delle associazioni di promozione del turismo sociale ( ndr di Brescia Pres. Luigi Bandera e di Cividale del Friuli (UD)-Friuli Presidente Bruno Cesca). Nel corso del 2005 i Presidenti dei Forum delle Associazioni di Promozione del Turismo Sociale di Brescia (ndr Luigi Bandera)e Cividale (ndr Bruno Cesca) sottoscrirono l’atto costitutivo della “Associazione Longobardia”(ndr Primo Presidente Diego Scarbolo) con lo scopo di dar vita a un sistema turistico integrato a “rete”, destinato a coordinare le realtà firmatarie anche ai fini dell’avviato iter di candidatura, ma anche a costituire nel tempo una più ampia rete europea “Longobardia - Regione virtuale Europea”, un “corridoio geoculturale europeo” che unisca i siti di matrice longobarda dalla Scandinavia al mar Ionio, seguendo il cammino nella storia dei popoli Longobardi. Nel 2006 furono avviati i lavori per la predisposizione della candidatura, comprendente all’inizio i soli centri di potere longobardo presenti nel nord Italia (Cividale del Friuli, Brescia, Castelseprio). Con il procedere dei lavori si sentì l’esigenza di estendere la candidatura ai luoghi delle più importanti “sedi di potere e di culto” delle aree dell’Italia centro-meridionale (Spoleto (PG), Campello sul Clitunno(PG), ‑Benevento e Monte Sant’Angelo-FOGGIA-), ai fini di comprendere in un unico Sito seriale le maggiori testimonianze della cultura longobarda …””
Insomma: è la nostra Storia. I longobardi non sono tornati indietro in Scandinavia. Sono rimasti qui. Nella nostra e cara Italia. Siamo Noi.
Inseriti nel Piano di Gestione ecco il Ctg che hanno palesemente segnato l’iscrizione all’UNESCO della “Italia Langobardorum. Centri di potere (568-774 d.C.)” il cui esito favorevole è stato nel 2011 e che segnano la fecondità della attiva presenza del Ctg-centro turistico giovanile: Norberto Tonini (past President Ctg e Presidente Mondiale del BITS e membro del Comitato Mondiale ONU di Etica del Turismo con sede a Roma),Bruno Cesca (attuale segretario del comitato di gestione e infaticabile motore della candidatura), il sottoscritto Diego Scarbolo Presidente della Associazione Longobardia, Cassina Rolando Presidente del Ctg di Cividale del Friuli (UD).
Cosa si voleva e si vuole dire…con la dizione “Regione Virtuale Europea nel Corridoio Geoculturale Europeo LONGOBARDIA” ?
Che l’Europa non è una fortezza monetaria con l’“EURO “ la cui base, tra l’altro, è virtuale, cioè slegata dai singoli Stati.
Ma che l’Europa , affondando su storiche millenarie radici-di.sangue, è un crocicchio di una pluralità di Storici Corridoi Geoculturali . Ed inoltre vuole dire promuovere tra gli “Europei”, sia tra i giovani che i diversamente-giovani, l’ “incontro” sia nel viaggio fisico sia nel viaggio nel “SESTO CONTINENTE DIGITALE” (secondo la dizione del Santo Padre Benedetto XVI) per “umanamente-relazionarsi”.
Relazioni, anche tra Associazioni Europee, sui temi che caratterizzano la nostra epoca. Quali la nuova realtà del ruolo della Donna europea; sui Beni Comuni di tutti e di ciascuno che ormai non sono solo Acqua, Aria, Suolo ma lo stesso web, la moneta…; sulla Nonviolenza - scritta tuttattaccata-; sul Lavoro (parte essenziale della vita della donna ,dell’uomo e della loro famiglia)e archeologia industriale (Liberi a Tempo Pieno!).
Il “tutto” dentro la adozione di una misurazione che chiamiamo “rendicontazione evoluta in digitale” che significa non basarsi solo ed esclusivamente sui termini monetari ma anche di costi-Benefici/Efficacia. Insomma una rendicontazione e misurazione del nostro fare comune che segni in modo riconoscibile il nostro grado di cura nella sana coltivazione e sana gestione del Capitale della Società di donne, uomini e loro famiglie nella sua interezza. Aperta alla “Vita”. Tendendo a escludere proprio: Nessuno!
In definitiva concorrere sia singolarmente, che in particolare in modo associato, dentro i nostri patrimoni ereditari culturali, a creare per la nostra cara Europa: una Cultura nuova per una Civiltà nuova.
AMELIO TAGLIAFERRI: “Una cultura nuova per una civiltà nuova”
La forza dell’ereditarietà culturale delle genti Longobarde in Italia ed Europa. Storico, promotore della valorizzazione del Patrimonio Ereditario Culturale della Umanità Longobardo –Unesco- a partire da Forum Iulii&Brixia.
+++++
Io sono Diego Scarbolo, con radicidisangue friulane, ed il mio mentore è stato il prof. Amelio Tagliaferri.
Uso Mentore come parola (di guida oltre i limiti), come concetto (va oltre il maestro), come esperienza di vita ( un rapporto fecondo di verità).
Tutta la Sua famiglia, che ha avuto residenza per un lungo periodo a Brescia, è sempre stata in rapporto di vera amicizia con la mia che risiedeva a Brescia già dalla fine degli anni quaranta.
Io ho seguito “il Professore” da ragazzo poi laurea in economia, master postuniversitario ENI in tecnologie avanzate, esperienze in gruppi industriali profit-oriented e nelle organizzazioni nonprofit….sino alla Sua prematura e compianta fine.
Sono stato il primo Presidente della Associazione Longobardia assieme a Bruno Cesca, Luigi Bandera , Gianbattista Muzzi, Franco Fornasaro e scrivo queste righe non dal punto di vista della Sua produzione scientifica che conta più di 160 lavori e che così bene lo ricorda il prof. Tommaso Fanfani ( già ordinario di Storia Economica Univ. Pisa) :
"... Amelio Tagliaferri, l'uomo che fu il mio Maestro, che mi avviò alla Storia Economica e che resta per me un punto di riferimento preciso, oggi come ieri." "...amava la storia allo stesso modo del suo Maestro, Amintore Fanfani... vale a dire teorizzatore della centralità dell'uomo..." "..il 14 ottobre 1963 Amintore Fanfani gli scrive una lunga lettera e lo consiglia a trovarsi, dopo la morte di Bognetti, un altro Maestro, per ""proseguire i tuoi studi -dice- con il necessario appoggio, per non lasciarli nel puro campo delle soddisfazioni dilettantistiche, come io sto facendo con la pittura.""".
Scrivo -come primo presidente della Associazione Longobardia- queste righe a testimonianza delle Sue intuizioni sul Patrimonio Ereditario Culturale della intera Umanità delle genti Longobarde e sulla ineludibile opportunità metodologica “interdisciplinare”. il prof. Polese, (già associato di storia economica alla Facoltà di Lingue e Letterature Straniere di Udine), ricorda, anch’esso, nei suoi scritti in memoria del Prof. Amelio Tagliaferri, “la Sua insitenza sulla "interdisciplinarietà" ed "interculturalità"... nella ricerca costante di cogliere l'essenza dei fenomeni esaminati….”.Si deve ricordare che il Tagliaferri affascinato dalla civiltà longobarda ne diverrà uno dei più autorevoli esperti al mondo e organizzerà nel 1990 la grande mostra internazionale sulla civiltà longobarda
("I LONGOBARDI:grandezza e splendore di un popolo d'Europa"), l'evento culturale di richiamo mondiale che rappresenta la sintesi di una vita dedicata alla ricerca sui longobardi, alla loro organizzazione economica, civile e produttiva.
Quando parlavo con il Professore dei percorsi storici dei Longobardi mi ricordava la storica Enciclopedia Treccani al volume XXI in cui si spiegava bene, a pag.419, cosa fosse la LONGOBARDIA:
“….il nome discende dal medioevale LONGOBARDIA …e corrisponde all’insieme dei territori italiani occupati o dominati dai Longobardi…ma Longobardia valicava gli attuali confini dell’attuale Lombardia tanto che all’epoca di Dante Lombardo fu sinonimo di italiano”.
Ma sono anche Presidente del gruppo del Ctg (www.CTG:IT) Centro Turistico Giovanile Longobardia (www.ctg-longobardia.it) e devo ricordare il ruolo del Ctg anche quando si parla e argomenta su siti e beni Patrimoni Ereditari Culturali dell’Umanità-UNESCO. Ruolo che si nutre del suo radicato patrimonio culturale e che si estrinseca nella “capacità di concorrere a gestire assieme, consapevolmente, progetti complessi”…l “Tutto” assieme, in questo progetto, con altri importanti nazionali organismi associativi del turismo sociale quali il CTS, ACLI, UISP, AICS e ARCI.
E così oggi possiamo e dobbiamo lasciar parlare i fatti documentati e realizzati:
-A pagina 7 (sette)e 8 (otto) del Piano di Gestione della candidatura a Patrimonio Ereditario Culturale della Umanità -UNESCO- già depositato nel 2008 a PARIGI presso la sede mondiale UNESCO dal Ministero e dei Beni Culturali e Ambientali Italiano e sottoscritto da 5 (cinque) Regioni Italiane (FRIULI, LOMBARDIA, UMBRIA, CAMPANIA, PUGLIA) , 6 (sei) Province (UDINE, BRESCIA,VARESE, PERUGIA, BENVENTO, FOGGIA) , 8 Amministrazioni comunali (CIVIDALE DEL FRIULI, BRESCIA, CASTELSEPRIO-VARESE,CAMPELLO,SPOLETO, BENEVENTO,MONTE SANT’ANGELO) 1 Ente parco, 2 Comunità Montane, 3 Enti ecclesiastici, 2 Fondazioni pubblico-private, 2 Centri di studi, ben 19 Uffici territoriali del Ministero per i beni e le attività culturali (Direzioni Regionali e Soprintendenze) si legge:
“”Unita a Cividale dal filo logico della matrice longobarda e dalle due grandi mostre internazionali sulla storia dei Longobardi, la città di Brescia sin dal 2003 aveva avanzato proposte di collaborazione a livello delle associazioni di promozione del turismo sociale ( ndr di Brescia Pres. Luigi Bandera e di Cividale del Friuli (UD)-Friuli Presidente Bruno Cesca). Nel corso del 2005 i Presidenti dei Forum delle Associazioni di Promozione del Turismo Sociale di Brescia (ndr Luigi Bandera)e Cividale (ndr Bruno Cesca) sottoscrirono l’atto costitutivo della “Associazione Longobardia”(ndr Primo Presidente Diego Scarbolo) con lo scopo di dar vita a un sistema turistico integrato a “rete”, destinato a coordinare le realtà firmatarie anche ai fini dell’avviato iter di candidatura, ma anche a costituire nel tempo una più ampia rete europea “Longobardia - Regione virtuale Europea”, un “corridoio geoculturale europeo” che unisca i siti di matrice longobarda dalla Scandinavia al mar Ionio, seguendo il cammino nella storia dei popoli Longobardi. Nel 2006 furono avviati i lavori per la predisposizione della candidatura, comprendente all’inizio i soli centri di potere longobardo presenti nel nord Italia (Cividale del Friuli, Brescia, Castelseprio). Con il procedere dei lavori si sentì l’esigenza di estendere la candidatura ai luoghi delle più importanti “sedi di potere e di culto” delle aree dell’Italia centro-meridionale (Spoleto (PG), Campello sul Clitunno(PG), ‑Benevento e Monte Sant’Angelo-FOGGIA-), ai fini di comprendere in un unico Sito seriale le maggiori testimonianze della cultura longobarda …””
Insomma: è la nostra Storia. I longobardi non sono tornati indietro in Scandinavia. Sono rimasti qui. Nella nostra e cara Italia. Siamo Noi.
Inseriti nel Piano di Gestione ecco il Ctg che hanno palesemente segnato l’iscrizione all’UNESCO della “Italia Langobardorum. Centri di potere (568-774 d.C.)” il cui esito favorevole è stato nel 2011 e che segnano la fecondità della attiva presenza del Ctg-centro turistico giovanile: Norberto Tonini (past President Ctg e Presidente Mondiale del BITS e membro del Comitato Mondiale ONU di Etica del Turismo con sede a Roma),Bruno Cesca (attuale segretario del comitato di gestione e infaticabile motore della candidatura), il sottoscritto Diego Scarbolo Presidente della Associazione Longobardia, Cassina Rolando Presidente del Ctg di Cividale del Friuli (UD).
Cosa si voleva e si vuole dire…con la dizione “Regione Virtuale Europea nel Corridoio Geoculturale Europeo LONGOBARDIA” ?
Che l’Europa non è una fortezza monetaria con l’“EURO “ la cui base, tra l’altro, è virtuale, cioè slegata dai singoli Stati.
Ma che l’Europa , affondando su storiche millenarie radici-di.sangue, è un crocicchio di una pluralità di Storici Corridoi Geoculturali . Ed inoltre vuole dire promuovere tra gli “Europei”, sia tra i giovani che i diversamente-giovani, l’ “incontro” sia nel viaggio fisico sia nel viaggio nel “SESTO CONTINENTE DIGITALE” (secondo la dizione del Santo Padre Benedetto XVI) per “umanamente-relazionarsi”.
Relazioni, anche tra Associazioni Europee, sui temi che caratterizzano la nostra epoca. Quali la nuova realtà del ruolo della Donna europea; sui Beni Comuni di tutti e di ciascuno che ormai non sono solo Acqua, Aria, Suolo ma lo stesso web, la moneta…; sulla Nonviolenza - scritta tuttattaccata-; sul Lavoro (parte essenziale della vita della donna ,dell’uomo e della loro famiglia)e archeologia industriale (Liberi a Tempo Pieno!).
Il “tutto” dentro la adozione di una misurazione che chiamiamo “rendicontazione evoluta in digitale” che significa non basarsi solo ed esclusivamente sui termini monetari ma anche di costi-Benefici/Efficacia. Insomma una rendicontazione e misurazione del nostro fare comune che segni in modo riconoscibile il nostro grado di cura nella sana coltivazione e sana gestione del Capitale della Società di donne, uomini e loro famiglie nella sua interezza. Aperta alla “Vita”. Tendendo a escludere proprio: Nessuno!
In definitiva concorrere sia singolarmente, che in particolare in modo associato, dentro i nostri patrimoni ereditari culturali, a creare per la nostra cara Europa: una Cultura nuova per una Civiltà nuova.
Ecco cosa diceva Gothe davanti al ponte delle torri a Spoleto (PG)
“L'arte architettonica degli antichi e' veramente una seconda natura che opera conforme agli usi e scopi civili...e adesso soltanto sento con quanta ragione ho sempre trovato detestabili le costruzioni fatte a capriccio...un nulla che serve a nulla...e cosi' dicasi di mille altre cose, cosi' tutte nate morte, perche' cio' che veramente non ha in se’ una ragione di esistere non puo' essere grande ne' diventare grande”.
“L'arte architettonica degli antichi e' veramente una seconda natura che opera conforme agli usi e scopi civili...e adesso soltanto sento con quanta ragione ho sempre trovato detestabili le costruzioni fatte a capriccio...un nulla che serve a nulla...e cosi' dicasi di mille altre cose, cosi' tutte nate morte, perche' cio' che veramente non ha in se’ una ragione di esistere non puo' essere grande ne' diventare grande”.
Così mi parlava il “mio professore” così voleva dire e lo ha detto sia con le Sue geniali intuizioni sia con Altre che divengono realtà quando la realizzazione diventa esperita come la acquisizione nel 2011 del Patrimonio Ereditario Culturale delle Genti Longobarde a Patrimonio ereditario Culturale della Umanità intera -Unesco-
Ma non è chiuso il ciclo Longobardo senza la acquisizione in corso del Corridoio Geoculturale Europea Longobardia che segna davvero l’avvio per l’Europa tutta di una cultura nuova per una civiltà nuova a cui teneva così tanto il mio grande -italiano vero- prof. Amelio Tagliaferri tanto da fare nel 1990 ben trentanni fa la mostra dal titolo”I Longobardi Grandezza e Splendore d’Europa”.
A lui va il mio grazie di cuore per l’insegnamento a sempre cercare di camminare nella verità sotto questo bel sole e sotto questa bella pioggia sino a quando il nostro caro e buon Dio lo vorrà.
Dr.DIEGO SCARBOLO: Revisore Legale, Pres. Ctg-Longobardia (Erbusco-FranciaCorta-Brescia), membro Consiglio Naz. Ctg (Centro Turistico Giovanile) Città Vaticano-Roma, Pres. Probirivi Ass. Longobardia (motore primo candidatura Unesco Cividale(UD)-Brescia...),Pres. Collegio Sindacale Forum Ass. Turismo Sociale di Brescia (ctg,cts, arci, acli,uisp,aics…),membro Mov. Azzuro (ass.ambientalista già rappresentante di nomina ministeriale delle ass. ambientaliste presso Parco della Riserva Marina di Trieste).
Ma non è chiuso il ciclo Longobardo senza la acquisizione in corso del Corridoio Geoculturale Europea Longobardia che segna davvero l’avvio per l’Europa tutta di una cultura nuova per una civiltà nuova a cui teneva così tanto il mio grande -italiano vero- prof. Amelio Tagliaferri tanto da fare nel 1990 ben trentanni fa la mostra dal titolo”I Longobardi Grandezza e Splendore d’Europa”.
A lui va il mio grazie di cuore per l’insegnamento a sempre cercare di camminare nella verità sotto questo bel sole e sotto questa bella pioggia sino a quando il nostro caro e buon Dio lo vorrà.
Dr.DIEGO SCARBOLO: Revisore Legale, Pres. Ctg-Longobardia (Erbusco-FranciaCorta-Brescia), membro Consiglio Naz. Ctg (Centro Turistico Giovanile) Città Vaticano-Roma, Pres. Probirivi Ass. Longobardia (motore primo candidatura Unesco Cividale(UD)-Brescia...),Pres. Collegio Sindacale Forum Ass. Turismo Sociale di Brescia (ctg,cts, arci, acli,uisp,aics…),membro Mov. Azzuro (ass.ambientalista già rappresentante di nomina ministeriale delle ass. ambientaliste presso Parco della Riserva Marina di Trieste).
mercoledì 24 aprile 2019
CIVIDALE DEL FRIULI (UD) ven.10 Maggio 2019 :"UNA CULTURA NUOVA PER UNA NUOVA CIVILTA' EUROPEA. Amelio Tagliaferri:L'EREDITA' CULTURALE" Interverrà Dr Diego Scarbolo
domenica 14 aprile 2019
L’assenza di Dio nella sfera pubblica. Le Note di Benedetto XVI: un importante chiarimento sul ruolo della Dottrina sociale della Chiesa a cura prof.Stefano Fontana
Il testo del papa emerito Benedetto XVI contenente alcune Note su “La Chiesa e lo scandalo degli abusi sessuali” presenta numerosi utilissimi spunti che riguardano anche la Dottrina sociale della Chiesa.
A nome del nostro Osservatorio sulla DSC, propongo qualche riflessione in merito, a conferma della importanza del documento.
Bisogna prima di tutto riconoscere che la sintetica valutazione del percorso della teologia morale nel ventennio 1960-1980, percorso che secondo Benedetto XVI ha portato la teologia morale al “collasso”, risulta confermato anche per la Dottrina sociale della Chiesa. Per questo le riflessioni sulla teologia morale contenute nelle Note sono molto utili anche per valutarne le conseguenze per la Dottrina sociale della Chiesa che pure, secondo la nuova teologia morale, era ormai arrivata al collasso. Così non era, né per la autentica teologia morale cattolica né per la Dottrina sociale della Chiesa, ma le correnti teologiche di fatto rampanti in quei decenni così avevano decretato. Non era di questo avviso Giovanni Paolo II che, come scrisse la Veritatis splendor il 6 agosto 1993 per “rimettere a posto queste cose” – come dice Benedetto XVI nelle sue Note – così si era impegnato per il rilancio della Dottrina sociale della Chiesa, precisandone il carattere disciplinare di “teologia morale” nel fondamentale paragrafo 41 della Sollicitudo rei socialis del 1987 e confermandolo nella Centesimus annus del 1991, appena due anni prima della Veritatis splendor.
La Dottrina sociale della Chiesa e la teologia morale erano quindi accomunate nel loro destino dal fatto di appartenere allo stesso ambito di verità, sicché il “collasso” della teologia morale non poteva non avere anche effetti collassanti sulla Dottrina sociale della Chiesa.
Nelle Note, Benedetto XVI indica anche il punto preciso sul quale la contestazione della teologia morale cattolica si era concentrata: il rifiuto della prospettiva giusnaturalistica. E ciò vale anche per la Dottrina sociale della Chiesa. Anche in questo ultimo campo, come in quello più generale della teologia morale, si volle fondare l’impegno sociale e politico dei cattolici e, più in generale, lo stesso rapporto “pratico” Chiesa-mondo solo sulla Scrittura.
La Dottrina sociale della Chiesa aveva sempre annoverato tra i suoi fondamenti il diritto naturale e la Rivelazione. La teologia, e la teologia morale in particolare, erano considerate un sapere organico ed epistemicamente fondato sulla verità della fede e sulla verità della ragione (o recta ratio) armonicamente rapportate tra loro. Questo rapporto si fondava ultimamente sul rapporto tra natura e sopra-natura, secondo il principio classico della teologia cattolica della sopra-natura che non nega la natura ma la perfeziona. Il “biblicismo”, sia esso adoperato in teologia morale in genere sia nel campo particolare della Dottrina sociale della Chiesa, rompeva questo rapporto e declassava la morale e il diritto naturali a forme ideologiche che avrebbero irrigidito il kerigma in dottrine astratte. Benedetto XVI afferma invece esattamente il contrario: senza l’aggancio sostanziale con la morale, le verità di fede non agganciano la concretezza della vita: “c’è un minimum morale che è inscindibilmente connesso con la decisione fondamentale della fede e che deve essere difeso, se non si vuole ridurre la fede a una teoria”. Il giudizio della nuova teologia morale viene qui rovesciato: l’aggancio con la morale (e il diritto) naturale è essenziale per evitare che la fede diventi una astratta teoria, pericolo che invece la nuova teologia attribuisce proprio a quell’aggancio. Da allora – e il fenomeno continua anche oggi – nei manuali di Dottrina sociale della Chiesa non c’è più alcun riferimento al diritto naturale come uno dei suoi fondamenti. É inevitabile constatare in questo fenomeno di grande portata l’influenza della teologia protestante su quella cattolica, nonché il processo per cui il “biblicismo” ha rotto l’unità di fede e ragione e consegnato ilo tema del diritto e della legge al positivismo.
Nelle Note Benedetto XVI riprende in mano l’enciclica Veritatis splendor di Giovanni Paolo II e la indica come un punto fermo per riprendere la teologia morale correttamente intesa.
Questo “ritorno” alla Veritatis splendor è molto importante anche per la Dottrina sociale della Chiesa. Questa enciclica ribadisce il ruolo della ragione naturale per la conoscenza della legge morale naturale, nega validità alle forme di consequenzialismo e proporzionalismo etico secondo cui – come scrive Benedetto XVI in queste Note – “la morale [dovrebbe] essere definita solo in base agli scopi dell’agire umano”, colloca quindi la coscienza al suo posto opportuno contro la sua ipertrofia nella nuova teologia morale, ribadisce che il primo elemento di valutazione dell’agire morale sta nella materia dell’azione stessa e non nelle intenzioni dell’agente, e conferma circa l’esistenza di assoluti morali (negativi) ossia di azioni che non si devono mai fare, il che fonda a sua volta la dottrina dei “principi non negoziabili” che la nuova teologia ha invece sempre contrastato e tuttora contrasta. Il nostro Osservatorio ha sempre considerato la Veritatis splendor e la Fides et ratio di Giovanni Paolo II come due encicliche fondamentali per la Dottrina sociale della Chiesa, perché disegnano il quadro dei rapporti tra fede e ragione dentro il quale si colloca la Dottrina sociale stessa e fuori del quale essa va incontro al suo “collasso”. Il “grido di protesta contro il magistero della Chiesa” – per usare le parole delle Note – ha riguardato le suddette due encicliche e, non a caso e parallelamente, anche la Dottrina sociale della Chiesa.
C’è poi un altro punto delle Note del papa emerito che merita di essere evidenziato per la sua importanza rispetto alla Dottrina sociale della Chiesa: “una società in cui Dio è assente – una società che non lo conosce più e lo tratta come se non esistesse – è una società che perde il suo criterio”.
Il significato pubblico, quindi pienamente politico e non solo vagamente socialeggiante, di queste parole viene confermato in un passaggio successivo: “La società occidentale è una società nella quale Dio nella sfera pubblica è assente e per la quale non ha più nulla da dire”. Si tratta di affermazioni più volte ripetute da Benedetto XVI quando era “in posizione di responsabilità come pastore dalla Chiesa” e qui ribadite per “dare un segnale forte”. É evidente l’importanza di questa lettura della realtà per la Dottrina sociale della Chiesa la quale viene spesso intesa in senso politico orizzontale mentre Giovanni Paolo II la proponeva come annuncio del Salvatore nelle realtà temporali. “Preferiamo non parlare di Dio”, annota Benedetto XVI. e non si può negare che in ambito pubblico ciò non solo avvenga ma è stato codificato da molti decenni di nuova teologia. “Dio è divenuto fatto privato di una minoranza”, il che annulla il senso e la possibilità stessa della Dottrina sociale della Chiesa. Ciò non libera la Chiesa dai limiti della politica e non la salva dall’ideologia, anzi oggi la “Chiesa viene in gran parte vista come una specie di apparato politico”. Questa osservazione è vera anche per l’uso che la Chiesa fa della Dottrina sociale della Chiesa: timorosa essa stessa di parlare di Dio in pubblico, quando parla in pubblico finisce per adoperare il linguaggio del mondo. Anche questo è un punto importante delle Note: “il sentire conciliare viene di fatto inteso come un atteggiamento critico o negativo nei confronti della tradizione vigente fino a quel momento che ora doveva essere sostituita da un nuovo rapporto, radicalmente aperto, con il mondo”.
Riteniamo che con queste Note, Benedetto XVI abbia dato alla Chiesa un fondamentale contributo anche per quanto riguarda la Dottrina sociale della Chiesa.
prof. Stefano Fontana
Direttore dell’Osservatorio Card. Van Thuân
sulla Dottrina sociale della Chiesa
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sabato 30 marzo 2019
REGIONE LOMBARDIA. Sostegno Candidatura al Premio Rosa Camuna del Sig.Per.Ind. Daniele Marconcini.
Conosco, da molti anni,il Sig. Daniele ed è difficile condensare
adeguatamente in brevi note una candidatura così di grande prestigio.
Sono -davvero tanti- gli anni in cui, con innegabile abnegazione e passione, il Sig. Daniele ha "sviluppato" sia i "Mantovani nel Mondo" che i "Lombardi nel Mondo" distinti ma -mai- separati dagli "Italiani nel mondo".
Io voglio testimoniare il Suo impegno, sia come persona singola che associata, di operosità in "Tutto il Mondo".
E, per quello che mi riguarda direttamente e con tutta la mia famiglia,singola ed allargata, posso -di tutto cuore- testimoniare di avere visto, ascoltato e toccato-con-mano lo spessore della fecondità del Suo lavoro (davvero nonprofit) in particolare negli USA, Messico e soprattutto in Australia sia con riguardo alla vecchia che
alla nuova immigrazione.
Infatti: ho la mia terza figlia, Sofia (34), lombarda, con il suo piccolo
e mio nipotino Leonardo (4) da anni entrambi residenti a Sydney
(Australia) e che frequentiamo annualmente.
Non solo siamo in presenza di una feconda operatività ma anche di
una originale creatività nel trovare nuove forme e modi di tenere
alto il nome della nostra cara Regione Lombardia.
una originale creatività nel trovare nuove forme e modi di tenere
alto il nome della nostra cara Regione Lombardia.
Il Suo impegno è, del tutto, fuori dal comune. Con una forza
personale, ed intelligente abilità, nel superare sia le difficoltà che nel
mantenere le associazioni dentro le forme più evolute, in digitale, di
Information e Communication-Technology.
E ancora:"Sviluppo" delle relazioni che tengono vivi i rapporti sia
"Con" che "Tra" la "vecchia&nuova emigrazione". Particolare
attenzione ha e dedica alle nuove possibilità di ritorno dei "Lombardi
in Lombardia".
"Sviluppo" associativo che lo "vive" non intendendolo come una
semplice "crescita" (si vedano. le mirabili pagine del Santo Padre
Bresciano Paolo VI) ma che tiene conto della "sviluppo-integrale"
della complessa e misteriosa identità della persona umana singola
e associata.
Non si può non ricordare l'attenzione, lo studio ...in relazione al
nuovo "Turismo di Ritorno" ( perchè gli emigrati Lombardi ( ed i loro
figli, anche, -ormai- da parecchie generazioni all'estero) siano in
grado prima di percepire per poter capire-davvero nel profondo-
cosa significhi avere ineludibili "RadiciDiSangue Lombarde" -solo le
piante hanno radici-).
Ricordo ancora le promozioni intelligenti, mai banali, dentro la realtà
dell'Oggi, del "Made in Lombardy" sempre Distinta ma Mai Separata
dal "Made in Italy".
Infine, ringraziando per la cortese attenzione, mi corre obbligo di
evidenziare la forza morale che pare inesauribile, da Lombardo-Vero,
contro ogni difficoltà&impedimento del Sig. Daniele e la Sua apertura
all'ascolto attivo, empatico, alla attenzione&cura delle ragioni
argomentate della persona umana -singola o associata-
giovane&diversamente giovane, nessuna esclusa, con cui in
Lombardia, in Italia o nel Mondo, si venga a trovare difronte
nella realtà di Oggi, non di ieri, nè di domani.
Dr Diego Scarbolo
Revisore Legale
Pres.Ctg-Longobardia (Erbusco-Franciacorta-BS), Membro Consiglio
Nazionale del Ctg (Centro Turistico Giovanile) -città vaticano-ROMA,
Pre. Probiviri Ass. Longobardia (motore primo candidatura Unesco
poi ottenuta nel 2011 di BRESCIA e Castelseprio (VA) Cividale del
Friuli (UD) Spoleto e Campello (PG), Benevento e Monte S.Angelo
(FG)), Pres. Collegio Sindacale Forum delle Associazioni del Turismo
Sociale di Brescia (Ctg, Cts, ACLI, Arci, Uisp, AIcs, Arci Ragazzi...)
membro di Movimento Azzurro (Ass. Ambientalista riconosciuta dal
Min. Ambiente Roma, già rappresentante delle Ass. Ambientaliste -
nominato dal Ministero- presso Parco Riserva Marina di Trieste)
martedì 26 marzo 2019
Luigino Bruni: ...Senza Capire Crisi e Vocazione di Italia ed Europa ...Italia destinata a Essere il Paese dei Balocchi per i Turisti di Tutto il Mondo...
Il prof. Luigino Bruni in un articolo sul Corsera ci ricorda che:
" ...non per caso la Filantropia si è sviluppata in USA e il Movimento Cooperativo in Europa...e fino a Tre decenni fa queste differenze culturali,sociali ed economico-finanziarie tra capitalismi erano molto evidenti...facevano parte del Patrimonio Ereditario Culturale Identitatio e Civile dei Popoli&Nazioni....AUMENTAVANO LA BIO-DIVERSITA' DELLA TERRA...
La Riduzione della BIO-DIVERSITA' ..si trasformerà in riduzione della RICCHEZZA.
...bisogna porre al centro dell'analisi socio-economico-politica i LUOGHI...va capito lo specifico che un territorio, la sua storia e la sua anima collettiva ha generato nei secoli.....e anche per fare una Buona Scuola occorre avere un'idea dello Spirito del Luogo&di un Tempo....
L'Italia ha inventato nel Moderno Medioevo le UNIVERSITA'&ACCADEMIE perchè -allora- ha ben saputo leggere nel profondo della sua vocazione e POI HA "TRASFORMATO" LO "SPIRITO" IN "ISTITUZIONI"...
Siamo dentro una Carestia-Intellettuale...la nostra società soffre anche per "Mancanza di Pensiero"(PAOLO VI)...
L'economia è " l'espressione-della-vita" nei territori ...e senza riflettere davvero sulla Crisi e Vocazione di Italia ed Europa ...l'Italia è destinata a Essere il Paese dei Balocchi per i Turisti di Tutto il Mondo..."
" ...non per caso la Filantropia si è sviluppata in USA e il Movimento Cooperativo in Europa...e fino a Tre decenni fa queste differenze culturali,sociali ed economico-finanziarie tra capitalismi erano molto evidenti...facevano parte del Patrimonio Ereditario Culturale Identitatio e Civile dei Popoli&Nazioni....AUMENTAVANO LA BIO-DIVERSITA' DELLA TERRA...
La Riduzione della BIO-DIVERSITA' ..si trasformerà in riduzione della RICCHEZZA.
...bisogna porre al centro dell'analisi socio-economico-politica i LUOGHI...va capito lo specifico che un territorio, la sua storia e la sua anima collettiva ha generato nei secoli.....e anche per fare una Buona Scuola occorre avere un'idea dello Spirito del Luogo&di un Tempo....
L'Italia ha inventato nel Moderno Medioevo le UNIVERSITA'&ACCADEMIE perchè -allora- ha ben saputo leggere nel profondo della sua vocazione e POI HA "TRASFORMATO" LO "SPIRITO" IN "ISTITUZIONI"...
Siamo dentro una Carestia-Intellettuale...la nostra società soffre anche per "Mancanza di Pensiero"(PAOLO VI)...
L'economia è " l'espressione-della-vita" nei territori ...e senza riflettere davvero sulla Crisi e Vocazione di Italia ed Europa ...l'Italia è destinata a Essere il Paese dei Balocchi per i Turisti di Tutto il Mondo..."
...guardare i luoghi e porli al centro dell'analisi economica&politica... |
domenica 3 marzo 2019
ISLANDA: è apparentemente il miglior posto al mondo per essere una donna.
REIKJAVIK capitale ISLANDA |
ISLANDA, nazione di circa 350.000 persone: è apparentemente il miglior posto al mondo per essere una donna.
Fu il primo paese a eleggere democraticamente un presidente donna, Vigdís Finnbogadóttir, che salì al potere nel 1980.
L'attuale primo ministro, Katrín Jakobsdóttir, eletto nel 2017, è la seconda donna in quella posizione nella storia dell'Islanda.
L'Islanda ha anche approvato una serie di norme volte a ridurre la disparità retributiva, garantendo che le donne siano rappresentate ai massimi livelli nelle imprese e garantiscano un congedo parentale retribuito.
L'Islanda è spesso solo celebrata per le sue piscine geotermiche, i ghiacciai mozzafiato e le magnifiche viste sull'aurora boreale....ma è meglio guardare più a fondo.....
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mercoledì 27 febbraio 2019
Istituto nazionale di statistica britannico il livello di occupazione nel Regno Unito tocca il suo record dal 1975
BBC – L’occupazione britannica tocca un altro recor febbraio 24, 2019
A dispetto di tutte le previsioni catastrofiche sulla Brexit secondo gli ultimi dati dell’Istituto nazionale di statistica britannico il livello di occupazione nel Regno Unito tocca il suo record dal 1975 e il salario medio settimanale è il più alto dal 2011.
martedì 26 febbraio 2019
"TEOLOGIA del "COME"" del Prof. Stefano Fontana sulla Dottrina Sociale della Chiesa
Nella dottrina della Chiesa il "cosa" ha sempre avuto il primato sul "come".
I contenuti delle verità rivelate hanno sempre avuto il primo piano rispetto a come vengono conosciute e a come vengono espresse.
Come si conoscono e come si esprimono dipendono da cosa esse sono, il come conoscitivo e il come espressivo devono essere congrui con la loro realtà e non la determinano.
Per fare l’esempio più famoso: il come costituito dalla filosofia greca non ha ellenizzato la dottrina cattolica ma è stata la fede cattolica a cristianizzare l’ellenismo. Quando Benedetto XVI afferma che l’incontro tra la filosofia greca e il cristianesimo è stato provvidenziale, vuol dire che in quel caso il cosa ha trovato il suo giusto come.
Da un po’ di tempo, invece, si assiste ad una emancipazione del come dal cosa.
Dapprima i due vengono messi sullo stesso piano e si dice che il come influisce sul cosa tanto quanto il cosa sul come.
Come si conosce una cosa influirebbe sulla conoscenza quanto il contenuto conosciuto.
Come di dice una cosa è tanto importante quando il contenuto comunicato.
Poi però si supera anche questa posizione di pariteticità tra il come e il cosa e si passa a dire che il come contribuisce perfino a costituire il cosa, ossia che i contenuti della conoscenza non hanno una loro autonomia rispetto a come vengono conosciuti ma ne dipendono.
Insomma nella cosa conosciuta il conoscente conosce anche qualcosa di se stesso sicché la cosa come essa è in sé rimane inconoscibile.
Conosciamo solo costrutti e non più realtà, interpretazioni e non più verità.
Questo voleva dire il Gesuita Padre Sosa parlando del registratore che ai tempi di Gesù non c’era per attestare le sue prescrizioni sul matrimonio. Tutta la filosofia moderna è segnata dal passaggio dal come al cosa.
L’emancipazione del come rispetto al cosa si completa con la subordinazione netta del cosa rispetto al come.
Fino al punto che si parla solo del come e non più del cosa, il che viene chiamato orgogliosamente “fine della metafisica”.
Da un punto di vista teologico la cosa si chiama primato della pastorale sulla dottrina, in morale si chiama primato della coscienza sulla norma, in metafisica primato dell’esistenza sull’essenza, in epistemologia primato dell’ermeneutica sulla metafisica, in politica si chiama primato della partecipazione sui programmi.
Da tempo segnalo su La Nuova Bussola Quotidiana questo passaggio anche da parte del magistero, sia pontificio che episcopale.
Si invita a partecipare senza dire con quali contenuti, ad accogliere senza dire per che fini, ad integrare senza che sia noto dove, a votare senza che si dica per che cosa, a dialogare senza indicare criteri e contenuti del dialogo, a convenire senza dire dove e perché, a ricucire gli strappi senza analizzare chi li ha fatti e che tipo di ricucitura mettere in atto, ad uscire senza dire dove, a non lasciarsi rubare la speranza senza dire di cosa, a sognare senza dire cosa.
Questo atteggiamento è contrario alla Dottrina sociale della Chiesa e la sorpassa escludendola dal discorso. La rende inutile. Essa infatti propone principi di riflessione, criteri di giudizio e direttive di azione: il "come" viene per ultimo ed è preceduto dal "cosa."
Far dipendere il "cosa" dal "come" vuol dire essere: razionalisti, volontaristi, esistenzialisti, prassisti, storicisti … tutte posizioni secondo le quali una “dottrina”, come quella che c’è nell’espressione “Dottrina sociale della Chiesa”, non esiste se non determinata strutturalmente da qualcosa che è dislocato altrove rispetto ad essa.
Questo passaggio dal "cosa" al "come"proprio della nuova teologia è conseguenza di un lungo cambiamento: risale a Blondel, Padre Chenu, Rahner, Kasper … e ad una lunga serie di teologi novatori.
Per tutti costoro la teologia è sempre “atto secondo” che viene dopo l’”atto primo” che è la vita, la prassi, l’esperienza, l’esistenza o, come dicono gli esperti accademici, lo “Sitz im Leben”.
La Dottrina sociale della Chiesa non può rifarsi a questo modello ed è perché ormai questo modello è il prevalente anche nel magistero che la Dottrina sociale della Chiesa è in difficoltà.
Stefano Fontana
I contenuti delle verità rivelate hanno sempre avuto il primo piano rispetto a come vengono conosciute e a come vengono espresse.
Come si conoscono e come si esprimono dipendono da cosa esse sono, il come conoscitivo e il come espressivo devono essere congrui con la loro realtà e non la determinano.
Per fare l’esempio più famoso: il come costituito dalla filosofia greca non ha ellenizzato la dottrina cattolica ma è stata la fede cattolica a cristianizzare l’ellenismo. Quando Benedetto XVI afferma che l’incontro tra la filosofia greca e il cristianesimo è stato provvidenziale, vuol dire che in quel caso il cosa ha trovato il suo giusto come.
Da un po’ di tempo, invece, si assiste ad una emancipazione del come dal cosa.
Dapprima i due vengono messi sullo stesso piano e si dice che il come influisce sul cosa tanto quanto il cosa sul come.
Come si conosce una cosa influirebbe sulla conoscenza quanto il contenuto conosciuto.
Come di dice una cosa è tanto importante quando il contenuto comunicato.
Poi però si supera anche questa posizione di pariteticità tra il come e il cosa e si passa a dire che il come contribuisce perfino a costituire il cosa, ossia che i contenuti della conoscenza non hanno una loro autonomia rispetto a come vengono conosciuti ma ne dipendono.
Insomma nella cosa conosciuta il conoscente conosce anche qualcosa di se stesso sicché la cosa come essa è in sé rimane inconoscibile.
Conosciamo solo costrutti e non più realtà, interpretazioni e non più verità.
Questo voleva dire il Gesuita Padre Sosa parlando del registratore che ai tempi di Gesù non c’era per attestare le sue prescrizioni sul matrimonio. Tutta la filosofia moderna è segnata dal passaggio dal come al cosa.
L’emancipazione del come rispetto al cosa si completa con la subordinazione netta del cosa rispetto al come.
Fino al punto che si parla solo del come e non più del cosa, il che viene chiamato orgogliosamente “fine della metafisica”.
Da un punto di vista teologico la cosa si chiama primato della pastorale sulla dottrina, in morale si chiama primato della coscienza sulla norma, in metafisica primato dell’esistenza sull’essenza, in epistemologia primato dell’ermeneutica sulla metafisica, in politica si chiama primato della partecipazione sui programmi.
Da tempo segnalo su La Nuova Bussola Quotidiana questo passaggio anche da parte del magistero, sia pontificio che episcopale.
Si invita a partecipare senza dire con quali contenuti, ad accogliere senza dire per che fini, ad integrare senza che sia noto dove, a votare senza che si dica per che cosa, a dialogare senza indicare criteri e contenuti del dialogo, a convenire senza dire dove e perché, a ricucire gli strappi senza analizzare chi li ha fatti e che tipo di ricucitura mettere in atto, ad uscire senza dire dove, a non lasciarsi rubare la speranza senza dire di cosa, a sognare senza dire cosa.
Questo atteggiamento è contrario alla Dottrina sociale della Chiesa e la sorpassa escludendola dal discorso. La rende inutile. Essa infatti propone principi di riflessione, criteri di giudizio e direttive di azione: il "come" viene per ultimo ed è preceduto dal "cosa."
Far dipendere il "cosa" dal "come" vuol dire essere: razionalisti, volontaristi, esistenzialisti, prassisti, storicisti … tutte posizioni secondo le quali una “dottrina”, come quella che c’è nell’espressione “Dottrina sociale della Chiesa”, non esiste se non determinata strutturalmente da qualcosa che è dislocato altrove rispetto ad essa.
Questo passaggio dal "cosa" al "come"proprio della nuova teologia è conseguenza di un lungo cambiamento: risale a Blondel, Padre Chenu, Rahner, Kasper … e ad una lunga serie di teologi novatori.
Per tutti costoro la teologia è sempre “atto secondo” che viene dopo l’”atto primo” che è la vita, la prassi, l’esperienza, l’esistenza o, come dicono gli esperti accademici, lo “Sitz im Leben”.
La Dottrina sociale della Chiesa non può rifarsi a questo modello ed è perché ormai questo modello è il prevalente anche nel magistero che la Dottrina sociale della Chiesa è in difficoltà.
Stefano Fontana
lunedì 14 gennaio 2019
Ernesto Sirolli: un "Italiano-Vero" Capace di "Formare-DAVVERO" imprenditori in tutto il mondo....una TED-Conference Tutta da Ascoltare&Vedere&Gustare...
...di dosso dossi…"guardami bene!" |
Ernesto Sirolli, è un Italiano Vero capace di "formare-DAVVERO" imprenditori in tutto il mondo.
Vale davvero la pena di ascoltarlo in questa Ted conference,.
L'avventura australiana inizia per Ernesto Sirolli con una borsa di studio all’Università di Murdoch, a Perth dove vive fino al 1995. Qui mette in atto il suo primo intervento aiutando alcuni disoccupati australiani, artigiani della pelle, ad imparare a fare scarpe da fare a mano grazie all’esperienza di un artigiano siciliano. Il progetto assume il modello di cooperativa di lavoro e vince il Premio 'Giubileo della Regina Elisabetta II' come miglior progetto creazione di lavoro in Australia nel 1982 e a Sirolli viene offerto un incarico a Sydney da parte del Governo federale australiano. Sirolli crea e dirige per quattro anni la 'Multicultural Artist Agency', che aiuta artisti e artigiani appena arrivati in Australia a trovare lavoro nel loro campo artistico. Risultato:più di quattromila contratti di lavoro avviati durante la sua permanenza a Sydney e concreto ed efficacissimo supporto alla sviluppo della creatività di artisti provenienti da più di cento Paesi.
A Perth, Sirolli fu invitato ad espandere il suo modello di sviluppo economico in una cittadina abitata da pescatori e agricoltori a settecento chilometri dalla capitale, dove il collasso dell’industria della pesca del tonno aveva provocato il tracollo economico della cittadina. Il lavoro di Sirolli in quella località-Esperance- ottiene risultati straordinari con 27 nuove imprese economiche in 9 mesi.
Il lavoro di Sirolli viene riconosciuto dal Governo federale e da quello dell’Australia occidentale e ha la possibilità di creare una nuova professione addestrando 'Facilitatori dell’imprenditoria', che il Governo impiega in 20 comunità rurali. I risultati dell’esperienza australiana sono documentati in programmi televisivi, testi accademici, rapporti governativi e testimonianze parlamentari e Sirolli diventa consulente di vari ministri australiani dal 1986 al 1995.
Nel 1989. viene invitato negli Stati Uniti come professore all’Università del Minnesota, dove avvia il primo progetto di 'Facilitazione dell’imprenditoria' nel Lincoln County, al confine con il South Dakota. Il suo primo libro è: 'Ripples from the Zambezi' (Riflessi dallo Zambesi).
Nel 1995, viene nuovamente invitato negli Usa e riceve un visto per "Merito straordinario" dal Governo americano (O1 Visa), che gli permette di trasferirsi definitivamente negli Stati Uniti. Prima a Sioux Falls, poi a Minneapolis e, quindi, in California, a Sacramento, dove crea il 'Sirolli Institute – International Enterprise Facilitation Ltd', un ente senza finalita’ di lucro con sedi a Sacramento e a Edmonton, in Canada.
Ernesto Sirolli, oggi ha una rete di collaboratori dedicati all’addestramento di facilitatori dell’imprenditoria in Australia, Nuova Zelanda, Canada, America, Inghilterra, Scozia, Congo e Messico. Più di trecento comunità rurali, in quattro continenti, adottano la sua metodologia, creando circa trentamila nuove attività economiche.
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sabato 5 gennaio 2019
Emanuele Severino: “La tecnica ucciderà la democrazia, a partire dagli Stati più deboli come l’Italia....."
.....non è di carta.... |
“La tecnica ucciderà la democrazia, a partire dagli Stati più deboli come l’Italia. Tale processo poi investirà anche Usa, Russia e Cina. Gli Stati Uniti a un certo punto prevarranno, ma non in quanto nazione, bensì come gestori primari della potenza tecnologica. Ora fatichiamo a comprenderlo, perché ci troviamo in un tempo intermedio”,intervista a Emanuele Severino di Pier Luigi Vercesi, Corriere della Sera 31 dicembre 2018 |
«La radice è sempre la stessa, non è che vada a colpire in ordine sparso. La forma più rigorosa di follia oggi è la tecnica: viviamo il tempo del passaggio dalla tradizione a questo nuovo dio.
La globalizzazione autentica non è quella economica, è quella tecnica.
Commettiamo l’errore di credere che capitalismo e tecnica siano la stessa cosa: no, hanno scopi diversi.
Il capitalismo ambisce all’incremento infinito del profitto privato, la tecnica all’incremento infinito della capacità di realizzare scopi, ovvero della potenza.
La tecnica ucciderà la democrazia, a partire dagli Stati più deboli come l’Italia. Tale processo poi investirà anche Usa, Russia e Cina. Gli Stati Uniti a un certo punto prevarranno, ma non in quanto nazione, bensì come gestori primari della potenza tecnologica.
Ora fatichiamo a comprenderlo, perché ci troviamo in un tempo intermedio. Siamo come il trapezista che ha lasciato un attrezzo (la tradizione) e non si è ancora aggrappato all’altro (la tecnologia, il nuovo dio). Siamo sospesi nel vuoto e ci sembra di essere sperduti».
martedì 1 gennaio 2019
Piano Bar su lombard report di Virginio Frigieri: Fuori dal tunnel? No siamo appena all’inizio!
Previsioni di Borsa con le Onde di Elliott e Fibonacci European Zone_Dicembre 2018
European Zone è un’estensione periodica della rubrica Piano Bar di Virginio Frigieri volta ad offrire un focus sull'Europa, che normalmente non viene trattata negli appuntamenti settimanali.
Fuori dal tunnel? No siamo appena all’inizio!
Per questo ultimo appuntamento del 2018, ho deciso di mettere da parte i grafici e l’analisi tecnica per dedicare l’intera pubblicazione ad aspetti più generali e socio-politici. Tre anni fa (ottobre 2015), Lombard Report incontrò i suoi lettori al Trading Online Expo presso la Borsa di Milano. In quell’occasione presentai una serie di bombe ad orologeria pronte ad esplodere e la prima di queste riguardava il problema del debito eccessivo (pubblico e privato) che toccava già allora le due volte e mezzo il PIL globale mondo e continuava a crescere più velocemente di quanto non crescesse il Pil. L’ultima di queste bombe (ma non ultima per importanza) riguardava invece una montagna di derivati fuori controllo stimata allora in 11-12 volte il PIL della terra e con una banca come Deutsche Bank che da sola aveva in pancia una montagna di derivati pari a quasi 20 volte il Pil della Germania. (chi volesse rivedere l’intervento di allora lo trova a questo link: https://www.youtube.com/watch?v=cd4tXd--jv8&t=1778s ). Sono partito da lontano, ma se qualcuno si illudesse che in questi tre anni sia cambiato significativamente qualcosa, resterà deluso perché in questi tre anni quei numeri non sono affatto migliorati, anzi!... Il 2018 si appresta a passare in cavalleria con un’economia globale in flessione, in un quadro complessivo che si annuncia pericolosissimo. È di pochi giorni fa (6 dicembre) un articolo sul Sole 24 Ore di Antonella Olivieri dove si stima che la montagna di derivati in pancia alle banche abbia ormai raggiunto 33 volte il PIL mondiale. Il triplo di quanto si ipotizzava solo tre anni fa. Dico si ipotizzava perché con l’ingegneria finanziaria di sono costruiti dei prodotti sofisticati e complicatissimi dove all’interno di un prodotto se ne inglobano altri che a loro volta ne incorporano altri ancora in un sorta di effetto Matrioska senza fine, per cui un calcolo esatto non si avrà probabilmente mai!. Aggiungete il fatto che questi prodotti scadono e vengo rinnovati in continuazione con altri che contengono clausole differenti dai precedenti e, se volevate un sistema per riuscire a non capirci una mazza, … beh l’avete trovato!!.
Nel frattempo Deutsche Bank ha ridotto un po’ la sua esposizione in derivati che rimane tuttavia ferma a 15 volte il PIL della Germania.
Ma è soprattutto la struttura sociopolitica del genere umano nel suo complesso a preoccupare se si pensa che, da un lato abbiamo la popolazione comune che avrebbe tutto l’interesse a rilanciare l’economia e uscire dalla recessione, ma non sa come farlo dal momento che in un mondo globalizzato e finanziarizzato il suo peso sociale e la sua forza di contrattazione col potere sono diventati pressoché nulli. Le masse non hanno più alcuna capacità politica di farsi valere e le stesse istituzioni politiche sono sottomesse a dei potentati finanziari trasversali ed avulsi da qualsiasi ideale di patria. I partiti “populisti” sono sistematicamente stoppati e piegati al volere delle elite che detengono il potere politico reale. Si aggiunga poi l’aggravante che il popolo non ha le basi per capire le dinamiche economico-monetarie e fondamentalmente beve lo story-telling ufficiale. (e qua ci sarebbe molto da dire, ma non voglio andare fuori tema). Anche le contestazioni dei movimenti antisistema, finiscono per restare all’interno del sistema che non capiscono, prendendosela solo con aspetti marginali di esso.
Dall’altro lato, abbiamo una global class che detiene il potere politico reale e possiede gli strumenti per rilanciare facilmente la crescita economica, ma che non ha alcun interesse a farlo, ed anzi, essendosi ormai accaparrata le ricchezze e le fonti di reddito primarie del pianeta ed avendo ormai indebitato verso di sé in modo indissolubile gli Stati stessi, finisce addirittura per avere l’interesse opposto. Gli emissari di questi interessi sono i vari Macron, Junker, Merkel, Moscovici, Draghi etc. Questa ristrettissima fetta di società è oggi più concentrata sul rafforzamento del suo controllo della società attraverso una molteplicità di strumenti tecnologici, mediatici e quando serve legislativi che stanno diventando sempre più invasivi della nostra privacy e delle nostre vite che ormai di privato non conservano più nulla, tracciati come siamo attraverso i social, gli acquisti che facciamo online, i pagamenti che facciamo senza contante con bancomat e carte di credito e attraverso le vaccinazioni obbligatorie che in un futuro molto prossimo tracceranno anche l’interno del nostri corpi con l’impiego di sistemi nano tecnologici centinaia di volte più piccoli di una singola cellula in grado di trasportare un farmaco nella zona desiderata e attraverso un sistema di innesco esterno (ultravioletti od altro) attivare il rilascio di un farmaco per curare le cellule malate. Se però al posto di un farmaco per curare delle cellule malate metto una sostanza letale … , capite bene con quanta facilità si può sterminare un’intera popolazione o settori di questa scelti oculatamente. Penso a tutti quei vecchietti che ogni anno in inverno si vaccinano per non prendere l’influenza e poter continuare a gravare sulle casse dell’INPS che con un vaccino confezionato ad arte, potrebbero essere soppressi gradatamente un po’ alla volta nei mesi successivi…, giusto perché a pensar male si fa peccato … Ricordatevi che non ci sono mai medaglie con una faccia sola e la prova del nove l’abbiamo avuta in questi giorni con lo spray al peperoncino, nato e pensato come strumento di difesa prevalentemente per le donne, viene ora usato come arma da attacco per seminare il panico in mezzo a un gruppo di persone e rubare quello che si può.
In questo senso e per queste ragioni, la nuova recessione che si va configurando ha un potenziale distruttivo abissale, senza precedenti per la società e prima che essa sia finita, potremmo ritrovarci a vivere in condizioni molto diverse da quelle attuali non solo economicamente. Adesso mi dispiace un po’ buttarla in questi termini, perché mi immagino già uno dei nostri lettori di più vecchia data che, come accadde dopo la serie di articoli che dedicai qualche anno fa alla crisi alimentare, corse a riempire il solaio e la cantina di viveri di vario genere, scatolame e cibarie varie a lunga conservazione, che dopo questo articolo probabilmente tornerà ancora ad immagazzinare scorte per svariati mesi, ma tant’è.
Questa recessione come suggerisce Marco della Luna in una sua recente news letter potrebbe essere portata avanti e usata, in congiunzione con la montante crisi del cambiamento climatico, per prendere due piccioni con una fava e risolvere in un colpo solo il problema ecologico e quello demografico.
Questa recessione per ora è iniziata gradualmente, ma può esplodere in maniera incontrollabile con un crollo ingovernabile e dagli effetti imprevedibili se si pensa che solo nelle banche dell’Eurozona, (in prevalenza francesi e tedesche con Deutsche Bank in testa) si stimano circa 6.700 miliardi tra junk bonds, e crediti inesigibili (alla faccia dei crash test e di tutte le balle che ci raccontano).
Fino ad oggi le crisi sono state governate e ammortizzate evitando sempre le rotture di sistema attraverso titaniche creazioni ed iniezioni di denaro da parte delle banche centrali. Questa è la potenza della sovranità monetaria e l’elasticità del capitalismo finanziario, tuttavia non si può dare per scontato che lo faranno anche questa volta.
Quello che stiamo vedendo in queste giornate potrebbe essere solo l’inizio di un lungo inverno finanziario. Buon Natale a tutti e alla prossima.
European Zone è un’estensione periodica della rubrica Piano Bar di Virginio Frigieri volta ad offrire un focus sull'Europa, che normalmente non viene trattata negli appuntamenti settimanali.
Fuori dal tunnel? No siamo appena all’inizio!
Per questo ultimo appuntamento del 2018, ho deciso di mettere da parte i grafici e l’analisi tecnica per dedicare l’intera pubblicazione ad aspetti più generali e socio-politici. Tre anni fa (ottobre 2015), Lombard Report incontrò i suoi lettori al Trading Online Expo presso la Borsa di Milano. In quell’occasione presentai una serie di bombe ad orologeria pronte ad esplodere e la prima di queste riguardava il problema del debito eccessivo (pubblico e privato) che toccava già allora le due volte e mezzo il PIL globale mondo e continuava a crescere più velocemente di quanto non crescesse il Pil. L’ultima di queste bombe (ma non ultima per importanza) riguardava invece una montagna di derivati fuori controllo stimata allora in 11-12 volte il PIL della terra e con una banca come Deutsche Bank che da sola aveva in pancia una montagna di derivati pari a quasi 20 volte il Pil della Germania. (chi volesse rivedere l’intervento di allora lo trova a questo link: https://www.youtube.com/watch?v=cd4tXd--jv8&t=1778s ). Sono partito da lontano, ma se qualcuno si illudesse che in questi tre anni sia cambiato significativamente qualcosa, resterà deluso perché in questi tre anni quei numeri non sono affatto migliorati, anzi!... Il 2018 si appresta a passare in cavalleria con un’economia globale in flessione, in un quadro complessivo che si annuncia pericolosissimo. È di pochi giorni fa (6 dicembre) un articolo sul Sole 24 Ore di Antonella Olivieri dove si stima che la montagna di derivati in pancia alle banche abbia ormai raggiunto 33 volte il PIL mondiale. Il triplo di quanto si ipotizzava solo tre anni fa. Dico si ipotizzava perché con l’ingegneria finanziaria di sono costruiti dei prodotti sofisticati e complicatissimi dove all’interno di un prodotto se ne inglobano altri che a loro volta ne incorporano altri ancora in un sorta di effetto Matrioska senza fine, per cui un calcolo esatto non si avrà probabilmente mai!. Aggiungete il fatto che questi prodotti scadono e vengo rinnovati in continuazione con altri che contengono clausole differenti dai precedenti e, se volevate un sistema per riuscire a non capirci una mazza, … beh l’avete trovato!!.
Nel frattempo Deutsche Bank ha ridotto un po’ la sua esposizione in derivati che rimane tuttavia ferma a 15 volte il PIL della Germania.
Ma è soprattutto la struttura sociopolitica del genere umano nel suo complesso a preoccupare se si pensa che, da un lato abbiamo la popolazione comune che avrebbe tutto l’interesse a rilanciare l’economia e uscire dalla recessione, ma non sa come farlo dal momento che in un mondo globalizzato e finanziarizzato il suo peso sociale e la sua forza di contrattazione col potere sono diventati pressoché nulli. Le masse non hanno più alcuna capacità politica di farsi valere e le stesse istituzioni politiche sono sottomesse a dei potentati finanziari trasversali ed avulsi da qualsiasi ideale di patria. I partiti “populisti” sono sistematicamente stoppati e piegati al volere delle elite che detengono il potere politico reale. Si aggiunga poi l’aggravante che il popolo non ha le basi per capire le dinamiche economico-monetarie e fondamentalmente beve lo story-telling ufficiale. (e qua ci sarebbe molto da dire, ma non voglio andare fuori tema). Anche le contestazioni dei movimenti antisistema, finiscono per restare all’interno del sistema che non capiscono, prendendosela solo con aspetti marginali di esso.
Dall’altro lato, abbiamo una global class che detiene il potere politico reale e possiede gli strumenti per rilanciare facilmente la crescita economica, ma che non ha alcun interesse a farlo, ed anzi, essendosi ormai accaparrata le ricchezze e le fonti di reddito primarie del pianeta ed avendo ormai indebitato verso di sé in modo indissolubile gli Stati stessi, finisce addirittura per avere l’interesse opposto. Gli emissari di questi interessi sono i vari Macron, Junker, Merkel, Moscovici, Draghi etc. Questa ristrettissima fetta di società è oggi più concentrata sul rafforzamento del suo controllo della società attraverso una molteplicità di strumenti tecnologici, mediatici e quando serve legislativi che stanno diventando sempre più invasivi della nostra privacy e delle nostre vite che ormai di privato non conservano più nulla, tracciati come siamo attraverso i social, gli acquisti che facciamo online, i pagamenti che facciamo senza contante con bancomat e carte di credito e attraverso le vaccinazioni obbligatorie che in un futuro molto prossimo tracceranno anche l’interno del nostri corpi con l’impiego di sistemi nano tecnologici centinaia di volte più piccoli di una singola cellula in grado di trasportare un farmaco nella zona desiderata e attraverso un sistema di innesco esterno (ultravioletti od altro) attivare il rilascio di un farmaco per curare le cellule malate. Se però al posto di un farmaco per curare delle cellule malate metto una sostanza letale … , capite bene con quanta facilità si può sterminare un’intera popolazione o settori di questa scelti oculatamente. Penso a tutti quei vecchietti che ogni anno in inverno si vaccinano per non prendere l’influenza e poter continuare a gravare sulle casse dell’INPS che con un vaccino confezionato ad arte, potrebbero essere soppressi gradatamente un po’ alla volta nei mesi successivi…, giusto perché a pensar male si fa peccato … Ricordatevi che non ci sono mai medaglie con una faccia sola e la prova del nove l’abbiamo avuta in questi giorni con lo spray al peperoncino, nato e pensato come strumento di difesa prevalentemente per le donne, viene ora usato come arma da attacco per seminare il panico in mezzo a un gruppo di persone e rubare quello che si può.
In questo senso e per queste ragioni, la nuova recessione che si va configurando ha un potenziale distruttivo abissale, senza precedenti per la società e prima che essa sia finita, potremmo ritrovarci a vivere in condizioni molto diverse da quelle attuali non solo economicamente. Adesso mi dispiace un po’ buttarla in questi termini, perché mi immagino già uno dei nostri lettori di più vecchia data che, come accadde dopo la serie di articoli che dedicai qualche anno fa alla crisi alimentare, corse a riempire il solaio e la cantina di viveri di vario genere, scatolame e cibarie varie a lunga conservazione, che dopo questo articolo probabilmente tornerà ancora ad immagazzinare scorte per svariati mesi, ma tant’è.
Questa recessione come suggerisce Marco della Luna in una sua recente news letter potrebbe essere portata avanti e usata, in congiunzione con la montante crisi del cambiamento climatico, per prendere due piccioni con una fava e risolvere in un colpo solo il problema ecologico e quello demografico.
Questa recessione per ora è iniziata gradualmente, ma può esplodere in maniera incontrollabile con un crollo ingovernabile e dagli effetti imprevedibili se si pensa che solo nelle banche dell’Eurozona, (in prevalenza francesi e tedesche con Deutsche Bank in testa) si stimano circa 6.700 miliardi tra junk bonds, e crediti inesigibili (alla faccia dei crash test e di tutte le balle che ci raccontano).
Fino ad oggi le crisi sono state governate e ammortizzate evitando sempre le rotture di sistema attraverso titaniche creazioni ed iniezioni di denaro da parte delle banche centrali. Questa è la potenza della sovranità monetaria e l’elasticità del capitalismo finanziario, tuttavia non si può dare per scontato che lo faranno anche questa volta.
Quello che stiamo vedendo in queste giornate potrebbe essere solo l’inizio di un lungo inverno finanziario. Buon Natale a tutti e alla prossima.
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