lunedì 14 gennaio 2019

Ernesto Sirolli: un "Italiano-Vero" Capace di "Formare-DAVVERO" imprenditori in tutto il mondo....una TED-Conference Tutta da Ascoltare&Vedere&Gustare...

...di dosso dossi…"guardami bene!"
Ernesto Sirolli, è un Italiano Vero capace di "formare-DAVVERO" imprenditori in tutto il mondo.

Vale davvero la pena di ascoltarlo in questa Ted conference,.

L'avventura australiana inizia per Ernesto Sirolli con una borsa di studio all’Università di Murdoch, a Perth dove vive fino al 1995. Qui mette in atto il suo primo intervento aiutando alcuni disoccupati australiani, artigiani della pelle, ad imparare a fare scarpe da fare a mano grazie all’esperienza di un artigiano siciliano. Il progetto assume il modello di cooperativa di lavoro e vince il Premio 'Giubileo della Regina Elisabetta II' come miglior progetto creazione di lavoro in Australia nel 1982 e a Sirolli viene offerto un incarico a Sydney da parte del Governo federale australiano. Sirolli crea e dirige per quattro anni la 'Multicultural Artist Agency', che aiuta artisti e artigiani appena arrivati in Australia a trovare lavoro nel loro campo artistico. Risultato:più di quattromila contratti di lavoro avviati durante la sua permanenza a Sydney e concreto ed efficacissimo supporto alla sviluppo della creatività  di artisti provenienti da più di cento Paesi.

A Perth, Sirolli fu invitato ad espandere il suo modello di sviluppo economico in una cittadina abitata da pescatori e agricoltori a settecento chilometri dalla capitale, dove il collasso dell’industria della pesca del tonno aveva provocato il tracollo economico della cittadina. Il lavoro di Sirolli in quella località-Esperance- ottiene risultati straordinari con 27 nuove imprese economiche in 9 mesi.

Il lavoro di Sirolli viene riconosciuto dal Governo federale e da quello dell’Australia occidentale e ha la possibilità di creare una nuova professione addestrando 'Facilitatori dell’imprenditoria', che il Governo impiega in 20 comunità rurali. I risultati dell’esperienza australiana sono documentati in programmi televisivi, testi accademici, rapporti governativi e testimonianze parlamentari e Sirolli diventa consulente di vari ministri australiani dal 1986 al 1995.

 Nel 1989. viene invitato negli Stati Uniti come professore all’Università del Minnesota, dove avvia il primo progetto di 'Facilitazione dell’imprenditoria' nel Lincoln County, al confine con il South Dakota. Il suo primo libro è: 'Ripples from the Zambezi' (Riflessi dallo Zambesi). 

Nel 1995, viene nuovamente invitato negli Usa e riceve un visto per "Merito straordinario" dal Governo americano (O1 Visa), che gli permette di trasferirsi definitivamente negli Stati Uniti. Prima a Sioux Falls, poi a Minneapolis e, quindi, in California, a Sacramento, dove crea il 'Sirolli Institute – International Enterprise Facilitation Ltd', un ente senza finalita’ di lucro con sedi a Sacramento e a Edmonton, in Canada.

Ernesto Sirolli, oggi ha una rete di collaboratori dedicati all’addestramento di facilitatori dell’imprenditoria in Australia, Nuova Zelanda, Canada, America, Inghilterra, Scozia, Congo e Messico. Più di trecento comunità rurali, in quattro continenti, adottano la sua metodologia, creando circa trentamila nuove attività economiche.



sabato 5 gennaio 2019

Emanuele Severino: “La tecnica ucciderà la democrazia, a partire dagli Stati più deboli come l’Italia....."

.....non è di carta....


“La tecnica ucciderà la democrazia, a partire dagli Stati più deboli come l’Italia. Tale processo poi investirà anche Usa, Russia e Cina. Gli Stati Uniti a un certo punto prevarranno, ma non in quanto nazione, bensì come gestori primari della potenza tecnologica. Ora fatichiamo a comprenderlo, perché ci troviamo in un tempo intermedio”,

intervista a Emanuele Severino di Pier Luigi Vercesi, Corriere della Sera 31 dicembre 2018


«La radice è sempre la stessa, non è che vada a colpire in ordine sparso. La forma più rigorosa di follia oggi è la tecnica: viviamo il tempo del passaggio dalla tradizione a questo nuovo dio.
La globalizzazione autentica non è quella economica, è quella tecnica.
Commettiamo l’errore di credere che capitalismo e tecnica siano la stessa cosa: no, hanno scopi diversi.
Il capitalismo ambisce all’incremento infinito del profitto privato, la tecnica all’incremento infinito della capacità di realizzare scopi, ovvero della potenza.

La tecnica ucciderà la democrazia, a partire dagli Stati più deboli come l’Italia. Tale processo poi investirà anche Usa, Russia e Cina. Gli Stati Uniti a un certo punto prevarranno, ma non in quanto nazione, bensì come gestori primari della potenza tecnologica.

Ora fatichiamo a comprenderlo, perché ci troviamo in un tempo intermedio. Siamo come il trapezista che ha lasciato un attrezzo (la tradizione) e non si è ancora aggrappato all’altro (la tecnologia, il nuovo dio). Siamo sospesi nel vuoto e ci sembra di essere sperduti».

martedì 1 gennaio 2019

Piano Bar su lombard report di Virginio Frigieri: Fuori dal tunnel? No siamo appena all’inizio!

Previsioni di Borsa con le Onde di Elliott e Fibonacci  European Zone_Dicembre 2018
European Zone è un’estensione periodica della rubrica Piano Bar di Virginio Frigieri volta ad offrire un focus sull'Europa, che normalmente non viene trattata negli appuntamenti settimanali.

Fuori dal tunnel? No siamo appena all’inizio!

Per questo ultimo appuntamento del 2018, ho deciso di mettere da parte i grafici e l’analisi tecnica per dedicare l’intera pubblicazione ad aspetti più generali e socio-politici. Tre anni fa (ottobre 2015), Lombard Report incontrò i suoi lettori al Trading Online Expo presso la Borsa di Milano. In quell’occasione presentai una serie di bombe ad orologeria pronte ad esplodere e la prima di queste riguardava il problema del debito eccessivo (pubblico e privato) che toccava già allora le due volte e mezzo il PIL globale mondo e continuava a crescere più velocemente di quanto non crescesse il Pil. L’ultima di queste bombe (ma non ultima per importanza) riguardava invece una montagna di derivati fuori controllo stimata allora in 11-12 volte il PIL della terra e con una banca come Deutsche Bank che da sola aveva in pancia una montagna di derivati pari a quasi 20 volte il Pil della Germania. (chi volesse rivedere l’intervento di allora lo trova a questo link: https://www.youtube.com/watch?v=cd4tXd--jv8&t=1778s ). Sono partito da lontano, ma se qualcuno si illudesse che in questi tre anni sia cambiato significativamente qualcosa, resterà deluso perché in questi tre anni quei numeri non sono affatto migliorati, anzi!... Il 2018 si appresta a passare in cavalleria con un’economia globale in flessione, in un quadro complessivo che si annuncia pericolosissimo. È di pochi giorni fa (6 dicembre) un articolo sul Sole 24 Ore di Antonella Olivieri dove si stima che la montagna di derivati in pancia alle banche abbia ormai raggiunto 33 volte il PIL mondiale. Il triplo di quanto si ipotizzava solo tre anni fa. Dico si ipotizzava perché con l’ingegneria finanziaria di sono costruiti dei prodotti sofisticati e complicatissimi dove all’interno di un prodotto se ne inglobano altri che a loro volta ne incorporano altri ancora in un sorta di effetto Matrioska senza fine, per cui un calcolo esatto non si avrà probabilmente mai!. Aggiungete il fatto che questi prodotti scadono e vengo rinnovati in continuazione con altri che contengono clausole differenti dai precedenti e, se volevate un sistema per riuscire a non capirci una mazza, … beh l’avete trovato!!.

Nel frattempo Deutsche Bank ha ridotto un po’ la sua esposizione in derivati che rimane tuttavia ferma a 15 volte il PIL della Germania.

Ma è soprattutto la struttura sociopolitica del genere umano nel suo complesso a preoccupare se si pensa che, da un lato abbiamo la popolazione comune che avrebbe tutto l’interesse a rilanciare l’economia e uscire dalla recessione, ma non sa come farlo dal momento che in un mondo globalizzato e finanziarizzato il suo peso sociale e la sua forza di contrattazione col potere sono diventati pressoché nulli. Le masse non hanno più alcuna capacità politica di farsi valere e le stesse istituzioni politiche sono sottomesse a dei potentati finanziari trasversali ed avulsi da qualsiasi ideale di patria.  I partiti “populisti” sono sistematicamente stoppati e piegati al volere delle elite che detengono il potere politico reale. Si aggiunga poi l’aggravante che il popolo non ha le basi per capire le dinamiche economico-monetarie e fondamentalmente beve lo story-telling ufficiale. (e qua ci sarebbe molto da dire, ma non voglio andare fuori tema). Anche le contestazioni dei movimenti antisistema, finiscono per restare all’interno del sistema che non capiscono, prendendosela solo con aspetti marginali di esso.

Dall’altro lato, abbiamo una global class che detiene il potere politico reale e possiede gli strumenti per rilanciare facilmente la crescita economica, ma che non  ha alcun interesse a farlo, ed anzi, essendosi ormai accaparrata le ricchezze e le fonti di reddito primarie del pianeta ed avendo ormai indebitato verso di sé in modo indissolubile gli Stati stessi, finisce addirittura per avere l’interesse opposto. Gli emissari di questi interessi sono i vari Macron, Junker, Merkel, Moscovici, Draghi etc. Questa ristrettissima fetta di società è oggi più concentrata sul rafforzamento del suo controllo della società attraverso una molteplicità di strumenti tecnologici, mediatici e quando serve legislativi che stanno diventando sempre più invasivi della nostra privacy e delle nostre vite che ormai di privato non conservano più nulla, tracciati come siamo attraverso i social, gli acquisti che facciamo online, i pagamenti che facciamo senza contante con bancomat e carte di credito e attraverso le vaccinazioni obbligatorie che in un futuro molto prossimo tracceranno anche l’interno del nostri corpi con l’impiego di sistemi nano tecnologici centinaia di volte più piccoli di una singola cellula in grado di trasportare un farmaco nella zona desiderata e attraverso un sistema di innesco esterno (ultravioletti od altro) attivare il rilascio di un farmaco per curare le cellule malate. Se però al posto di un farmaco per curare delle cellule malate metto una sostanza letale … , capite bene con quanta facilità si può sterminare un’intera popolazione o settori di questa scelti oculatamente. Penso a tutti quei vecchietti che ogni anno in inverno si vaccinano per non prendere l’influenza e poter continuare a gravare sulle casse dell’INPS che con un vaccino confezionato ad arte, potrebbero essere soppressi gradatamente un po’ alla volta nei mesi successivi…, giusto perché a pensar male si fa peccato … Ricordatevi che non ci sono mai medaglie con una faccia sola e la prova del nove l’abbiamo avuta in questi giorni con lo spray al peperoncino, nato e pensato come strumento di difesa prevalentemente per le donne, viene ora usato come arma da attacco per seminare il panico in mezzo a un gruppo di persone e rubare quello che si può.

In questo senso  e per queste ragioni, la nuova recessione che si va configurando ha un potenziale distruttivo abissale, senza precedenti per la società e prima che essa sia finita, potremmo ritrovarci a vivere in condizioni molto diverse da quelle attuali non solo economicamente. Adesso mi dispiace un po’ buttarla in questi termini, perché mi immagino già uno dei nostri lettori di più vecchia data che, come accadde dopo la serie di articoli che dedicai qualche anno fa alla crisi alimentare, corse a riempire il solaio e la cantina di viveri di vario genere, scatolame e cibarie varie a lunga conservazione, che dopo questo articolo probabilmente tornerà ancora ad immagazzinare scorte per svariati mesi,  ma tant’è.

Questa recessione come suggerisce Marco della Luna in una sua recente news letter potrebbe essere portata avanti e usata, in congiunzione con la montante crisi del cambiamento climatico, per prendere due piccioni con una fava e risolvere in un colpo solo il problema ecologico e quello demografico.

Questa recessione per ora è iniziata gradualmente, ma può esplodere in maniera incontrollabile con un crollo ingovernabile e dagli effetti imprevedibili se si pensa che solo nelle banche dell’Eurozona, (in prevalenza francesi e tedesche  con Deutsche Bank in testa) si stimano circa 6.700 miliardi tra junk bonds, e crediti inesigibili (alla faccia dei crash test e di tutte le balle che ci raccontano).

Fino ad oggi le crisi sono state governate e ammortizzate evitando sempre le rotture di sistema attraverso titaniche creazioni ed iniezioni di denaro da parte delle banche centrali. Questa è la potenza della sovranità monetaria e l’elasticità del capitalismo finanziario, tuttavia non si può dare per scontato che lo faranno anche questa volta.
Quello che stiamo vedendo in queste giornate potrebbe essere solo l’inizio di un lungo inverno finanziario. Buon Natale a tutti e alla prossima.