martedì 27 gennaio 2009

CRISI EPOCALE editoriale del CdT (Corriere del Ticino) 27.1.09- DAVOS -Svizzera(CH)- un Simposio (World Economic Forum) all'insegna: Crisi epocale...

vedere altri post sotto la voce CRISI EPOCALE in correlazione con il presente articolo che si riporta per brevità nella sua sintesi essenziale...


DAVOS: un Simposio (38°WORLD ECONOMIC FORUM dal 28.01.2009) all'insegna della crisi di Alfonso Tuor ( CdT del 27.01.2009)

"..'l'uomo di Davos' si è convinto che la globalizzazione e il liberismo siano processi accettati e ineludibili... e non che avrebbe -addirittura- favorito la riaffermazione delle diversità culturali dei popoli attorno alle loro identità religiose... (ndr: per tutti, si veda Samuel Huntington Lo scontro delle civiltà ed il nuovo ordine mondiale-...)... e sarà necesssario proprio un piano di salvataggio di quella scienza economica che à magnificato le virtù del liberismo economico, della deregolamentazione dei mercati e della nuova ingegneria finanziaria... a Davos saranno presenti politici e anche quei Banchieri che oggi implorano gli aiuti di Stato, ma che nel frattempo continuano a non fare trasparenza sull'entità dei buchi nei bilanci dei loro istituti.. questo è un periodo di grandi improvvisazioni poiche questa crisi non ha precedenti da cui trarre indicazioni su come procedere... diversi tentativi ...garanzia statale o creare banche-spazzatura per i titoli tossici?... e la GRANDE questione politica di stabilire a che prezzo acquistare questi titoli... e si scoprirà -BEN PRESTO- che vi sono altri ENORMI BUCHI NERI nei bilanci delle grandi Banche che vannno dagli strumenti derivati agli altri prodotti della nuova ingegneria finanziaria, fino alle nuove sofferenze causate dalla crisi economica... altri miliardi per risanare un sistema bancario decotto che non svolge più il suo compito di trasmettere gli impulsi di politica monetaria e che -ADDIRITTURA- sta acuendo la crisi con la stretta attuata nella concessione dei crediti... a Davos vi è da sperare che si rimettano in discussione le politiche sino ad ora attuate che stanno mettendo in gioco la credibilità (ndr: credibilità-fiduciaria) dei titoli che finanziano i debiti pubbblici e delle valute... bisogna definire le Priorità: NON ci sono risorse per salvare TUTTO&TUTTI... ossia BANCHE, FAMIGLIE E IMPRESE.""

mercoledì 21 gennaio 2009

Ctg... Forum ...I bandi 2009 di Fondazione Cariplo saranno presentati in LOMBARDIA tra la fine di gennaio e la prima metà di febbraio ...



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News da Fondazione CARIPLO
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PRESENTAZIONE BANDI 2009


I bandi 2009 di Fondazione Cariplo sono stati presentati tra la fine di gennaio e la prima metà di febbraio. I testi dei bandi sono disponibili sul sito della Fondazione Cariplo.

'Cosa vuol dire che la Dottrina sociale della Chiesa' è attuale? S.E. Mons. Giampaolo Crepaldi Segr.Gen. Comm. Vaticana 'Giustizia&Pace''


www.vanthuanobservatory.org Newsletter n.187 Verona, 21 Gennaio 2009: IN ATTESA DELLA NUOVA ENCILICA DI BENEDETTO XVI,

Cosa vuol dire che la Dottrina sociale della Chiesa è attuale?

S.E. Mons. Giampaolo Crepaldi Presidente dell’Osservatorio

Siamo tutti in attesa della preannunciata terza enciclica di Benedetto XVI. Essa ricorderà dopo venti anni la pubblicazione della Populorum progressio di Paolo VI e si chiamerà Caritas in Veritate. E quindi un tempo opportuno, questo nostro, per chiederci il senso della “attualità” della Dottrina sociale della Chiesa (DSC). Il Santo Padre pubblica una nuova enciclica sociale proprio per rendere attuale, ossia vivo e operante nella storia, un insegnamento plurisecolare. Da cosa deriva, allora, questa attualità? Su che basi possiamo dire che la Dottrina sociale è “attuale”?

Sappiamo che la Dottrina sociale ha un valore permanente e, nello stesso tempo, mutevole. Nei paragrafi 2, 3 e 5 della Centesimus annus Giovanni Paolo II affermava di voler “rileggere” la Rerum novarum guardando “indietro”, guardando “attorno” e guardando “al futuro”. Le tre espressioni indicano la storicità della DSC, che è sempre un aggiornamento della tradizione per renderla nuovamente feconda, e quindi attuale. I tre momenti dello ieri, dell’oggi e del domani indicano il cambiamento e nello stesso tempo il permanere della medesima verità, nel senso che la DSC è storica senza ridursi a storia in quanto è annuncio di Cristo, che è lo stesso ieri, oggi e sempre. Gli aspetti “permanenti” della DSC le derivano anche dalla Tradizione apostolica, come componente essenziale del Depositum fidei e come punto di vista – o “luogo teologico” come anche dicono i teologi – da cui guardare al mondo e alla storia. Non solo la DSC ha una sua propria tradizione, che comincia nel 1891 con la Rerum novarum, ma si inserisce in pieno nella tradizione viva della Chiesa, da cui trova alimento. Uno dei motivi che spiegano certe lentezze e ritardi nella consapevolezza dei cristiani ad assumere, personalmente e insieme, la responsabilità della DSC è proprio di non considerarla dentro la tradizione ecclesiale.

Da quanto detto, si potrebbe dedurre che l’aggiornamento della DSC derivi delle novità storiche che si presentano davanti all’umanità e la sfidano. Ciò è indubbiamente vero. Poiché la DSC nasce «nell’incontro del messaggio evangelico e delle sue esigenze con i problemi derivanti dalla vita della società» (Libertatis conscientia, n. 72) si può sostenere che essa “si sviluppa in funzione delle circostanze mutevoli della storia” (Ivi) ed è soggetta a “necessari ed opportuni adattamenti suggeriti dal variare delle condizioni storiche e dall’incessante fluire degli avvenimenti, in cui si muove la vita degli uomini e delle società” (Sollicitudo rei socialis 3). Questo, come dicevo, è vero, però va correttamente inteso in senso non sociologico ma teologico. L’”attualità” di un’enciclica non è data solo dai problemi sociali nuovi che essa affronta. Se così fosse, per stabilire la “attualità” della prossima enciclica sociale di Benedetto XVI sarebbe sufficiente fare l’inventario dei problemi sociali in essa affrontati e vedere quanti e quali non erano presenti nelle precedenti encicliche. Così, però, non è, per il semplice fatto che un’enciclica sociale non è un’indagine sociologica.

Si capisce allora che la “attualità” della DSC non deriva solo dai fatti nuovi che l’umanità deve affrontare, ma dallo stesso Vangelo, che è sempre nuovo, in quanto è Parola incarnata. I fatti storici nuovi possono svolgere il loro ruolo di stimolo ad una rilettura della verità di sempre, perché la verità di sempre è essenzialmente aperta a ciò. Se così non fosse, infatti, ogni enciclica parlerebbe solo agli uomini del suo tempo. C’è invece nella Dsc un elemento profetico avente i caratteri della inesauribilità e irriducibilità, che le deriva dal Vangelo. Cristo è sempre attuale, e non dimentichiamo che la Dottrina sociale della Chiesa è annuncio di Cristo.

Newsletter n.187 Verona, 21 January, 2009 AWAITING THE NEW ENCYCLICAL OF BENEDICT XVI

What does it mean to say the social doctrine of the Church is timely?

Rt. Rev. Giampaolo Crepaldi President of the Observatory

We all await the heralded third encyclical of Benedict XVI, which will evoke the publication of Populorum Progressio by Paul VI twenty years ago, and will be entitled Caritas in Veritate. Our time is therefore a propitious time for us to ponder the sense of the “timeliness” of the social doctrine of the Church (SDC). The Holy Father is going to publish a new social encyclical precisely in order for a teaching dating back centuries to continue to be ever timely, alive and at work in history. What, therefore, is the source of this ‘timeliness’? On what basis can we say the social doctrine is ‘timely’?

We know the social doctrine of the Church has a permanent value and a changing value at one and the same time. In paragraphs 2, 3 and 5 of Centesimus annus John Paul II asserted his wish to “re-read” Rerum novarum by looking “back”, looking “around” and looking “to the future”. These three expressions indicate the historicity of the Church’s social doctrine, which is always an updating of tradition in order to render it once again fecund and hence timely and present. The three moments of yesterday, today and tomorrow indicate the change and the simultaneous permanence of the selfsame truth in the sense that the SDC is historical, and not just ‘history’, insofar as it is the announcement of Christ, who is the same yesterday, today and forever. The “permanent” features of the social doctrine of the Church also stem from apostolic tradition as an essential component of the Depositum fidei and as a point of observation – or ‘theological place’ as theologians say – to look upon the world and history. Not only does SDC have its own tradition, which began back in 1891 with Rerum novarum, but it also falls within the mainstream of the living tradition of the Church from which it draws nourishment. One of the reasons explaining a certain degree of slowness or even delays in the awareness of Christians with respect to assuming personal and collective responsibility for SDC may be seen in that fact it is not considered part of ecclesial tradition.

On the basis of what has been said above it could be surmised that the updating of SDC stems from changes and developments in the course of history, which constitute challenges for humanity. This is undoubtedly true. Since “the Church´s social teaching is born of the encounter of the Gospel message and of its demands […]with the problems emanating from the life of society” (Libertatis conscientia, n. 72) it may be argued that it “develops in accordance with the changing circumstances of history” (ibid) and “is subject to the necessary and opportune adaptations suggested by the unceasing flow of the events which are the setting of the life of people and society” (Sollicitudo rei socialis 3). This is true, as I said, but it has to be understood in a theological sense, not a sociological one. The “timeliness” of an encyclical does not merely depend on the new social problems or issues it addresses. Were this the case, establishing the timeliness of Benedict XVI’s upcoming social encyclical would merely be a question of listing the social issues it tackles and then checking which and how many of them were not touched upon in previous encyclicals. That, however, is not the way it is, for the simple reason that a social encyclical is not a sociological investigation.

It therefore becomes clear that the timeliness” of SDC stems not only from the new facts humanity has to deal with, but from the Gospel itself, which, insofar as Word incarnate, is always new. New facts and developments in history can act as a stimulus for a re-reading of everlasting truth, because everlasting truth is essentially open to such an endeavor. Were this not true, each encyclical would speak only to the men and women of its time. Present in the Church’s social doctrine is an inexhaustible and irreducible element of prophecy bestowed upon it by the Gospel. Christ is ever timely, and let us not forget that the social doctrine of the Church is “announcement of Christ”.

www.vanthuanobservatory.org

"Cammino sul tetto del Mondo 2009” tra Kathmandu e Lhasa, settembre-ottobre 2009 con iniziative di solidarietà verso scuole in Nepal, Tibet e Cina."

GENNAIO 2009
“Cammino sul tetto del Mondo 2009” tra Kathmandu e Lhasa, settembre-ottobre 2009 con iniziative di solidarietà verso scuole in Nepal, Tibet e Cina.

L' iniziativa in programmazione per l’anno 2009 nel periodo settembre e ottobre denominata “Cammino sul tetto del Mondo”: a piedi tra Kathmandu e Lhasa fa parte delle iniziative Solidarietà in Cammino.

Riteniamo che quanto stiamo programmando abbia le caratteristiche proprie di un "Progetto Culturale", infatti vengono coniugati aspetti molteplici quali:
*l’incontro tra culture, Italiana, Nepalese, Cinese e Tibetana;
*l’attività sportiva non competitiva tipica della camminata letta nella sua forma di avvicinamento lento alla meta e
*il profilo artistico quale documentazione dell’evento attraverso la realizzazione di un libro e di un film.

Tutto ciò è racchiuso nel significato più vero del termine "Cammino", un’azione con la quale l’uomo 'abita' il mondo.
In questa ottica possiamo leggere la storia delle origini dell’umanità come una storia del patrimonio ereditario culturale del 'camminare'; avvenimenti scanditi da migrazioni di popoli e da scambi culturali, da intersezioni di percorsi.

Anticamente le popolazioni indoeuropee si sono spostate fino a raggiungere la Valle Camonica lasciando testimonianze importanti, anche per questa ragione il primo sito UNESCO d’Italia è in Vallecamonica.

L’iniziativa si muove all’interno di una “Regione Virtuale”, l’Eurasia, valorizzando un 'Corridoio Geoculturale' e mettendo in contatto differenti identità locali, con il preciso intento di attivare uno scambio ed un incontro tra cittadini del mondo (in particolare giovani). Il patrimonio ereditario artistico bresciano dell’UNESCO Camuno si unisce quindi agli altri patrimoni ereditari culturali dell’UNESCO presenti in Nepal e in Tibet, in un ideale itinerario di “Cammino sul Tetto del Mondo”.
Tutto ciò in un’idea di sostenibilità e di uno 'spostamento-dolce', fatto di piccoli passi e di emozioni da maturare e da lasciare sedimentare lentamente, ma anche di stimoli provenienti dalle culture e identità locali.
L’iniziativa, quindi, rappresenta un’idea di viaggio, non solo fisico, rispettoso della cultura, dei luoghi, delle persone e della natura con i quali viene a contatto.
I luoghi di appartenenza sono quindi valori identitari ed allo stesso modo elementi di scambio e di arricchimento reciproco.
Abbiamo voluto unire, agli elementi appena descritti, una componente di solidarietà, la volontà cioè di portare un segnale di aiuto verso realtà bisognose quali le scuole locali.
Ciò nasce con un intento di assoluta trasversalità che si caratterizza nella volontà di andare incontro e non contro qualcuno, raccogliendo quindi fondi da destinare a scuole presenti nelle varie aree interessate dal cammino.
In particolare vorremmo, nel caso di scuole cinesi, destinare aiuti a quelle realtà tragicamente colpite dal recente terremoto che tanto ci ha turbato per la sua drammaticità.

Gli attori del progetto sono molteplici: il Forum delle Associazioni di Promozione del Turismo Sociale di Brescia (che raggruppa Arci, Ctg, CTS, CTA Acli e UISP), alcuni docenti dell’Accademia di Belle arti di Brescia, nelle cattedre di fotografia e multimedialità impegnati alla realizzazione del filmato che documenterà il progetto, la casa editrice Bibliofabbrica per la realizzazione del libro, interessati sono anche gruppi SAT del Trentino, il Museo di Scienze Naturali di Trento, artisti bresciani per i contributi culturali tra le differenti forme artistiche e naturalmente soggetti singoli.

Si chiede un supporto nella natura che Voi riterrete più opportuna: di divulgazione all’interno del Vostro ambito oppure di partecipazione al percorso o economica.

Il cammino nel suo insieme prevede un tempo di percorrenza di circa due mesi con partenza da Kathamandu ed arrivo a Lhasa. Sono previste tre tappe per consentire alle persone che non potranno avere a disposizione tutto il tempo necessario di percorrere tratti di circa 300km per circa 21 gg.

Sarà nostra cura fornirVi ogni ulteriore informazione nell’assoluta trasparenza e collaborazione, finalizzate alla buona riuscita dell’iniziativa e ad uno scambio culturale volto ad accogliere ogni suggerimento e consiglio.
Disponibile ad un incontro, cordialmente
Ass. Solidarietà in Cammino ONLUS (Il Presidente Pietro Zanotti)
e.mail: zanopietro@libero.it cell. 340-5866310
Forum Associazioni per la promozione del Turismo Sociale di BRESCIA
(ll Presidente Luigi Bandera)
info@iluoghidelsociale.it

Approfondimenti sul progetto:

 Lo scambio interculturale
“Il Cammino sul tetto del Mondo” ha come nucleo centrale lo scambio interculturale, si vuole porre la conoscenza delle culture presenti nei paesi del Mondo quale valore fondamentale per una base di convivenza pacifica tra i popoli.
In questa prospettiva il progetto ha come scopo la valorizzazione dei patrimoni culturali; vuole attivarsi per una maggiore consapevolezza nei cittadini del senso di salvaguardia e tutela di luoghi che appartengono a tutta l’Umanità. Attraverso iniziative di ricerca, di studio e con l’organizzazione di incontri pubblici si darà una concreta attuazione al principio di conoscenza quale base di scambio e di incontro tra popoli e culture. Muovendo gruppi di persone, anticipatamente arricchite culturalmente, in aree lontane dai loro abituali luoghi del vivere, si renderà ancora più tangibile l’incontro e lo scambio, creando esperienze e vivendo emozioni che lasceranno tracce indelebili. L’azione stessa del camminare, imparata a fatica nei primi mesi di vita, contiene elementi quali la volontà di esplorare luoghi per conoscere e vivere esperienze formative. Il cammino sul tetto del mondo è quindi un atto di attraversamento di un territorio non solo fisico ma virtuale, un percorso tra i sentieri lasciati da culture ove le tracce sono i suoni, i colori, le narrazioni, le arti, all’interno di un corridoio sia geofisico che culturale.

 La solidarietà in Cammino

L’incontro tra culture, in differenti aree del Mondo, fa emergere inevitabilmente la consapevolezza che esistono condizioni sociali di forte difficoltà all’interno delle quali le bambine ed i bambini sono spesso le vittime che più pesantemente subiscono violenze o privazioni.
In questa ottica, agganciati al progetto “ Cammino sul tetto del Mondo”, sono attivi tre interventi di solidarietà.

o Adozione a distanza di bambine/i figli di carcerati in Kathmandu

In Nepal esistono varie associazioni che si occupano delle bambine e dei bambini, il progetto che abbiamo deciso di seguire si occupa dei figli di carcerati. In sintesi si tratta di bambini che non avendo condizioni famigliari adeguate si trovano a vivere in carcere accanto al genitore. Chiaramente si tratta di gravi situazioni nelle quali risulta spesso difficile assicurare al bambino una rete adeguata sia sotto il profilo affettivo che dal punto di vista dell’istruzione. Con l’adozione è possibile sostenere le spese di un corretto profilo d’insegnamento al di fuori della struttura carceraria e di un sostegno d’accoglienza presso le strutture scolastiche. L’obiettivo del progetto è quindi quello di farsi carico del maggior numero possibile di adozioni per un periodo di almeno 5 anni.

o Adozione di una insegnante d’inglese alla scuola del villaggio Sherpa di Simi Gaon, tra Nepal e Tibet


Il secondo progetto di solidarietà prevede un profilo con un duplice indirizzo, il primo strettamente legato al completamento dell’istruzione dei bambini, il secondo , conseguente al primo, consente di mettere in contatto i bambini nepalesi con bambini delle scuole italiane. Ci siamo infatti concentrati su un piccolo villaggio Sherpa dove è presente una scuola per bambini nel solo ciclo dai 6 ai 10 anni. Si tratta di circa 100 bambine/i ai quali però manca l’insegnamento della lingua inglese. Abbiamo ritenuto importante e grave tale carenza perchè non consente agli alunni di affrontare in modo adeguato i cicli scolastici successivi, rischiando di avere gravi carenze in quella che è la seconda lingua per importanza del Nepal. Inoltre l’insegnamento della lingua inglese consentirà ai bambini di sostenere una relazione a distanza scritta con bambini delle scuole elementari italiane. In questo modo le bambine ed i bambini italiani e nepalesi avranno modo di conoscersi e confrontarsi sulle proprie esperienze. Ciò avrà contribuito a colmare la distanza che separa realtà dell’infanzia in diverse aree del Mondo. L’obiettivo del progetto è quindi quello di farsi carico dei costi relativi ad una insegnante d’inglese per un periodo di almeno 5 anni necessari a far completare il ciclo dal primo al quinto anno della scuola di base ( elementare ).

o Supporto alla ricostruzione della scuola di Bei Jie colpita dal terremoto del 2008

Il terzo progetto di solidarietà si è orientato verso la scuola di Bei Jie nell’area dello Sichuan teatro del drammatico terremo del maggio 2008.
Fondata nel 1907, Bei Jie Elementary School ha una storia di oltre 100 anni. Si trova nella Città Vecchia di Guangyuan, Via Bei Jie, n. 288, del Distretto di Lizhou. Con una superficie di 11352 metri quadrati, attualmente Bei Jie Elementary School ha 42 classi, 2972 studenti, 109 maestri.
I nostri aiuti saranno orientati non tanto alla costruzione fisica dell’edificio ma al supporto di natura materiale volto all’acquisto dei sussidi didattici ed , anche in questo caso, ad attivare uno scambio di relazioni con i nostri alunni delle classi elementari. Riteniamo importante dare un segnale di non isolamento dal resto del mondo a queste popolazioni facendole sentire amiche e parte delle nostre attenzioni.

Vogliamo sottolineare che i tre progetti nascono con l’intento di coinvolgere trasversalmente le tre Regioni interessate dal cammino, volendo dare un segnale tangibile che la fratellanza tra i popoli supera ogni differenza e guarda ai bambini del modo senza filtri ma con gli occhi di chi vede nel bisogno e nello scambio l’obiettivo prioritario.

 Il Cammino sul tetto del mondo

Abbiamo accennato in precedenza ad alcuni aspetti che caratterizzano gli elementi di senso del cammino quale forma di spostamento “dolce”.
Muoversi in luoghi lontani con un atteggiamento responsabile, con una preparazione culturale di base , con la consapevolezza degli aspetti ambientali e sociali di criticità, ed in modo sostenibile è un atto che parte da un elevato rispetto per ciò che s’incontra.
Con queste premesse il progetto “Cammino sul tetto del mondo” vuole coinvolgere le donne, gli uomini ed i giovani che amano esplorare il mondo mettendosi in una condizione di ascolto, persone che amano l’attività fisica ed allo stesso tempo l’esperienza dell’esplorare nuovi luoghi lasciandosi “contaminare”, con l’intento di andare incontro e non contro qualcuno.
Il cammino si snoda attraverso tracciati molto differenti, si passa dalle aree urbane di Kathmandu e Lhasa, per citare le maggiori, ai deserti di alta quota dell’area Himalayana.
E’ certamente questo un aspetto di assoluta eccezionalità del viaggio, affrontare percorsi diversi, esplorare con gli occhi e con tutti i sensi luoghi con caratteristiche molto diverse ma appartenenti a storie e culture antichissime che li accomunano.
Un percorso di elevato interesse naturalistico, antropologico, astronomico, spirituale, siamo infatti all’interno di regioni che hanno mantenuto tratti e tradizioni millenarie, dove convivono numerose etnie e filosofie dello spirito.
Le morfologie dei territori presentano andamenti molto diversificati, nel tratto Nepalese non si incontrano altitudini elevati, mai al di sopra dei 2500mt con vegetazioni di grande vigore con straordinari incontri con una flora a caratteri a volte di gigantismo ( vedi per tutti i magnifici paesaggi di rododendri da 25-30mt d’altezza ).
Nel tratto interno alla regione autonoma del Tibet si affrontano le altitudini più elevate, 5200-5300mt, e paesaggi assumono i tratti più intensi per i forti contrasti presenti tra le grandi vette e le sconfinate praterie.
Per una descrizione in numeri del tracciato preliminarmente ideato, abbiamo di seguito predisposto una tabella riassuntiva che sarà tuttavia soggetta a successivi aggiornamenti a seconda degli accordi che si sottoscriveranno per consentire un accesso ad aree remote in territorio Tibetano.

Descrizione del percorso di prima ipotesi e delle tappe principali
Walk on the roof of the World:2009

Day 1: Arrival in TIA, Receive at the Airport, Transfer to Hotel. Welcome and Introductory Dinner, discussions with the Nepal sector and Tibet sector Guides / Program. Overnight in the Hotel in Kathmandu.

Day 2: AM: A lecture from the expert about the Ancient Migration pattern, transformation of ancient nomadic life into domestic settlements, relating to the West ( Valle Camonica stone engravings) and the movement towards East. Interaction / discussions among the participants and the Nepalese experts.

PM: Free time for shopping of necessary equipments / gears relating to the walk.

Evening :Press Conference about the Walk on the roof of the World:2009 and welcoming the distinguished guests / diplomats / politicians / cultural experts / tourism board / government officials / cocktail + dinner
Overnight: the Hotel in Kathmandu.

Day 3: Walking to Unesco World Heritage Sights (Kathmandu Durbar Square, Swoyambhunath Stupa Budhanilkantha). Stay in a Hotel in Budhanilkantha.

Day 4: Walking to Unesco World Heritage Sights (Boudhanath Stupa, Pashupatinath Temple. Stay in Hotel in Kathmandu.

Day 5: Walking to Unesco World Heritage Sights (Patan & Bhaktapur) Stay in Bhaktapur.

Day 6: Walking to Unesco World Heritage Sights ( Changunarayan Temple) walk to Nagarkot. Stay in a hotel in Nagarkot.

Day 7: Walk to Dhulikhel. Stay in a hotel in Dhulikhel.
Day 8: Walk to Palanchok. Stay in a tented camp/ lodge.
Day 9: Walk to Lamosangu. Stay in a tented camp/ lodge
Day 10 - 12 : Walk to Tatopani. Stay in a Hotel.
Day 13: Walk to the friendship bridge then after immigration formalities walk to Tibet border city of Zangmu. Overnight hotel in Zangmu.
Day 14: Trek to Nyalam crossing Jamgang La.
Day 15: Trek to Bekar via Tsong La ( headed towards Tingri ) as the route from Drubden to Phure La is restricted for trekking.
Day 16: Trek to Tingri.
Day 17: Trek to Bram Tso.
Day 18-19: Trek via Jigkyob to Damling, Tsomo.
Day 20: Trek Gyampazhol.
Day 21: Trek via Tuling La Kala Tso.
Day 22: Trek via Gala to Khangmar.
Day 23: Trek to Gyantse. The third largest Tibetan Settlement town.
Day 24: Trek to Nakartse.
Day 25: Trek to Chusul along Yamadrok Lake crossing Gompa La 4794mt.
Day 26-27: Trek to Visit YUMBULAKHANG & THANDRUK MONASTERY and SAMYE Monastery and CHONGYE (Tombs of Tibetan Kings), the cradle of Tibetan Civilization.
Day 28-29: Trek to Lhasa the capital of Tibet 3600mt.
Day 30 - 32: Sightseeing around Lhasa walking to Potala, Norbulinka, Drepung Monastery, Sera Monastery, Jokhang temple.
Day 33: Flight back to Kathmandu or Drive back to Border and to Kathmandu.

 Valorizzazione dei Patrimoni Ereditari Culturali -UNESCO-

Il Cammino sul tetto del Mondo ha come ulteriore scopo la valorizzazione dei siti UNESCO presenti nei Paesi interessati.
Una delle missioni principali dell’UNESCO consiste nell’identificazione, nella protezione e nella tutela e nella trasmissione alle generazioni future dei patrimoni ereditari culturali e naturali di tutto il mondo.
Inoltre riteniamo che il progetto sia allineato con gli scopi UNESCO volti ad incoraggiare la partecipazione delle popolazioni locali alla tutela del loro Patrimonio culturale e naturale ed incoraggiare la cooperazione internazionale nel campo della conservazione del Patrimonio Ereditario Mondiale, culturale e naturale.
Ci troviamo infatti, come menzionato in precedenza, all’interno di un Corridoio Geoculturale che vede al proprio interno siti UNESCO di grande importanza a partire dal primo sito UNESCO italiano, in Provincia di Brescia, della Valle Camonica e unito ad i sito del Nepal e del Tibet.

Nella Regione Autonoma del Tibet, a Lhasa , sono siti UNESCO il Palazzo del Potala , simbolo del Buddismo ed i complessi religiosi del Norbulingka ed il monastero del Jokhang.

In Nepal sono siti UNESCO Burbar Square di Bhaktapur, Swayambhu nath Stupa , Patan Durbar Square, Pashupatinath Temple e Durbar Square, Boudhanath Stupa nella capitale in Kathamndu, oltre a Lumbini (Buddha’s Born Place), Chitwan National Park , Everest National Park .

E’ di grande importanza il collegamento evidente con i principi presenti nella convenzione che regolamenta i siti Unesco e gli obiettivi culturali e naturalistici presenti nel progetto.

Supporto Scientifico-Culturale

Il progetto ha come nucleo centrale lo scambio interculturale, per questa ragione riteniamo indispensabile caratterizzare l’elemento culturale con le più ampie relazioni di natura scientifica e culturale.
L’interesse principale nell’attivare relazioni con Musei di Scienze Naturali, Dipartimenti Universitari, singoli ricercatori, assessorati e fondazioni, è quello di superare un momento di ricerca o di studio puramente teorico per privilegiare un intervento diretto, operativo che veda nella salvaguardia delle culture locali e nelle relazioni con le realtà locali una linea di azione efficace.
Siamo convinti che qualificare il termine “scambio interculturale” con competenze specifiche sia una condizione indispensabile, ciò nella direzione di un sapere che sia costantemente in movimento, un sapere che si riversi in maniera trasversale sulle personedi ricerca coinvolti sono sia nell’area antropologica ed etnolografica, sia nell’area tecnica topografica, sia nell’area naturalistica, ma riteniamo si possano estendere anche a ricerche nell’ambito artistico quali scultoreo e pittorico.
In questo senso riteniamo fortemente virtuosa lo stretto contatto tra comunità scientifica e progetti che si sviluppano nell’ambito della cooperazione, ciò nella direzione di un costante aggancio con le comunità locali.
Obiettivo di questo specifico profilo è di affiancare 'relazioni nonestemporanee' con la comunità scientifica che apporti il proprio contributo ad una maggiore conoscenza delle componenti antropologiche, sociali, naturalistiche ed artistiche dei Paesi coinvolti nel Progetto.

domenica 18 gennaio 2009

Stampa Longobardia: 11-01-'08 LA PADANIA Roma cancella Pavia e Monza dalla storia longobarda Cesare Gariboldi


Roma cancella Pavia e Monza dalla storia longobarda
Cesare Gariboldi
La Padania 11/1/2008

Rutelli pensa a un percorso sulle tracce del popolo che per secoli ha dominato la Penisola. Tappe previste a Spoleto e Benevento. Dimenticate la Capitale e la città di Teodolinda

PAVIA - Furono descritti da qualche storico romano come i più feroci fra i popoli germani. Ma contro i Vandali il loro valore non potè compensare l'esiguità numerica. E i Longobardi, lasciate le terre scandinave, attraversarono la Pannonia e i valichi delle Alpi Orientali per fare campo nella pianura padana. La civiltà longobarda si impose prima al Nord e poi in gran parte della Penisola, lasciando grandi testimonianze di arte e cultura. Sette di questi luoghi sono stati ora riuniti dal Ministero della Cultura in un itinerario storico e turistico, proponendo all'Unesco l'inserimento nella lista dei Patrimoni mondiali dell'umanità. Il ministro Rutelli, intervenuto alla conferenza stampa di presentazione, ha definito la candidatura di "Italia Langobardorum, centri di potere e di culto", una proposta innovativa e creativa. Ma le polemiche non mancano. Nel circuito ideato dal ministero di Rutelli manca Pavia, che fu capitale del Regno longobardo per più di 200 anni, dal 572 fino al 774.
«Una mancanza di attenzione - commenta il consigliere regionale del Carroccio, Lorenzo Demartini - che ci fa capire quanto i progetti "romani" nascano e vengano sviluppati troppo lontano dalle realtà territoriali. In questo caso poi non mi sento nemmeno di escludere eventuali responsabilità da parte degli amministratori comunali di Pavia. Si tratta di esponenti del centrosinistra che ora si stracciano le vesti di fronte a decisioni di questo tipo, ma che evidentemente non sono stati nemmeno in grado di dialogare in maniera positiva con un ministro che appartiene alla stessa coalizione politica». Pavia fu senza dubbio la città più importante nel periodo di dominazione longobarda. «È come se - afferma Demartini - dovendo descrivere Milano, dimenticassimo di includere il Duomo fra i monumenti più significativi della città».
Su sette luoghi inseriti nell'itinerario longobardo, ben quattro appartengono alla cosiddetta "Langobardia Minor, costituita da ducati centro-meridionali di Spoleto e Benevento. Ma le anomalie non finiscono qui. All'appello manca anche la capitale della Brianza, Monza che grazie alla regina Teodolinda, visse con l'avvento dei longobardi un periodo di grande splendore. Teodolinda fondò il Duomo monzese e diede origine al suo famoso Tesoro con preziose donazioni, fra cui la Corona Ferrea e gli altri oggetti di oreficeria longobarda.
«Esprimo sorpresa e delusione per l'esclusione di Monza dall'iniziativa dei ministero» spiega l'assessore monzese alla cultura Alfonso Di Lio che aggiunge «dalle prime verifiche compiute con gli uffici parrebbe che l'Amministrazione di Monza, a differenza di quella pavese, non sia stata nemmeno interpellata». Il monzese Paolo Grimoldi, giovane deputato del Carroccio, ha già annunciato la presentazione di un'interpellanza parlamentare. «Ora Roma - afferma Grimoldi - ha anche la pretesa di decidere chi fa parte del regno dei Longobardi arrivando ad errori clamorosi come l'esclusione della capitale Pavia o di Monza, residenza estiva della regina Teodolinda. Due città simbolo del regno dei longobardi che l'ignoranza del ministro romano Rutelli ha tenuto fuori dall'elenco. Perché, ci chiediamo, non si occupa di ciò che conosce lasciando perdere quello che ignora? Della Lombardia, che non a caso si chiama così, sono solo due i luoghi inseriti nell'elenco. Roma - conclude Grimoldi - già ci deruba dei nostri soldi, ci lasci almeno l'orgoglio di essere i discendenti di quel popolo».

venerdì 16 gennaio 2009

Brescia OGGI 10.1.'08: «Monastero S. Giulia Bene Patrimonio Unesco» Firmato al Ministero Cultura protocollo di intesa.

Brescia: «Monastero S. Giulia Bene Patrimonio Unesco»
*BresciaOggi del 10/1/2008*
Firmato al Ministero un protocollo di intesa.
L'attuale museo candidato con altri siti longobardi

Prende corpo la candidatura di Brescia-città di re Desiderio e della regina Ansa, nonché di straordinarie testimonianze Longobarde - finalizzata all'inserimento nella lista del patrimonio mondiale dell'Unesco: ieri mattina, a Roma, è stata firmata l'intesa istituzionale tra il Ministero per i Beni e le Attività culturali, il Comune di Brescia e la Fondazione Cab, un passaggio fondamentale per consentire al complesso di S. Giulia-S. Salvatore di ottenere l'importante riconoscimento internazionale da parte dell'organizzazione delle Nazioni Unite.
Alla firma dell'intesa, presenti il Ministro Francesco Rutelli e la sottosegretaria Danielle Mazzonis, sono intervenuti il sindaco Paolo Corsini e il presidente della Fondazione Brescia Musei, nonché segretario della Fondazione Cab, Agostino Mantovani.
La nostra città, con la firma del protocollo, che ha dato vita al sito nazionale denominato «Italia Langobardorurn: centri di potere e di culto (568-774 d.C.)» e attraverso il quale si darà attuazione ad uno specifico piano di gestione dei beni storico-monumentali, viene a far parte di una rete di centri e di località ove sono ancora presenti importanti rimanenze longobarde: oltre a Brescia, si tratta di Cividale del Friuli, Castelseprio in provincia di Varese, Spoleto, Campello sul Clitunno in Umbria, Benevento e Monte Sant'Angelo in Puglia.
Coinvolti nel progetto, oltre agli enti locali territoriali e ad una serie di istituzioni culturali e di ricerca, sono anche gli enti sovracomunali, quali - per la nostra realtà - la Provincia di Brescia (presente a Roma l'Assessore Riccardo Minini) e la Regione Lombardia.
Il sindaco Paolo Corsini e il presidente Agostino Mantovani evidenziano la rilevanza dell'iniziativa: «Con la firma dell'intesa istituzionale si raggiunge un primo, fondamentale risultato, prodromico al riconoscimento dell'Unesco e alla definitiva consacrazione internazionale del complesso monastico di S. Giulia con la basilica di S. Salvatore. Inizia così a prendere forma una felice intuizione che ha visto la nostra città, unitamente a Cividale del Friuli, capofila e animatrice del progetto che ha portato all'intesa con il Ministero. Da diversi anni e su diversi versanti - dal recupero e il restauro di intere porzioni del complesso di via Musei alla grande mostra dedicata a "II futuro dei Longobardi" nel 2000, sino alla promozione dell'Associazione "Longobardia" - stiamo profondendo energie, impegno e ingenti investimenti al fine di valorizzare pienamente un patrimonio di grande rilievo per Brescia, non solo sotto il profilo culturale, storico e monumentale, ma delle stesse radici identitarie che innervano la nostra comune appartenenza. Siamo grati - concludono Corsini e Mantovani - al Ministro Rutelli per l'attenzione e la sensibilità riservate alle nostre istanze».
L'atto di intesa siglato al Ministero per i Beni e le Attività culturali prevede, come fondamentale requisito per l'inserimento nella lista dell'Unesco, la dotazione di un adeguato piano di gestione dei siti longobardi compresi nel progetto, piano finalizzato in particolare alla loro tutela, conservazione e valorizzazione.
Il protocollo di intesa si propone l'obiettivo di promuovere innovative e condivise forme di collaborazione e di coordinamento, nonché sinergie, trai soggetti coinvolti, incentivando la promozione culturale e la valorizzazione, anche economica, dei diversi siti longobardi. In quest'ottica, è prevista anche la creazione di un sito web, di una collana editoriale ad hoc, di specifici studi scientifici, progetti di ricerca, convegni sulla civiltà longobarda.

giovedì 15 gennaio 2009

IL GAZZETTINO19.11.'06: LONGOBARDIA Nuove tecnologie e strategie da valorizzare di Carlo Mochi Sismondi (Direttore generale Forum Pa).

*LONGOBARDIA*
Nuove tecnologie e strategie da valorizzare

di Carlo Mochi Sismondi (Direttore generale Forum Pa)
Domenica, 19 Novembre 2006, Il Gazzettino

Il concetto di "Bene Culturale" si è oggi arricchito di molteplici significati: il patrimonio storico, archivistico, monumentale e museale di un territorio è sì un "Bene" da preservare e tutelare, ma è anche, sempre più, un asset strategico da valorizzare nel quadro delle strategie di sviluppo economico e territoriale.
Di fronte ad turismo culturale che in Italia è salito, in un pur difficile 2005, del 3\% ,con salti importanti come Roma (+10\%), molti Enti territoriali hanno rivisto la loro politica mettendo in primo piano una nuova offerta che abbia come caratteristica principale da "desettorializzazione" della cultura. E' apparso infatti sempre più necessario integrare la possibilità di una efficace fruizione del bene culturale con un l'ambiente, le strutture turistiche, le attività ricreative. Le nuove tecnologie rappresentano in questa strategia un fondamentale "fattore abilitante". L'avvento di internet e della multimedialità ha aperto inedite opportunità per mettere in pratica esperienze innovative di gestione, comunicazione, fruizione, conservazione e valorizzazione dei beni culturali, ma le tecnologie permettono anche una costante integrazione tra offerta culturale e territorio. Esse rendono infatti possibile una lettura "ipertestuale" del patrimonio culturale, affiancando alla descrizione dell'opera d'arte una presentazione del suo contesto di riferimento ambientale, paesaggistico, di tradizioni e perché no dell'offerta enogastronomica. L'opera d'arte assume così uno spessore e un interesse che supera l'attenzione dell'addetto ai lavori e trova nuove chiavi per entrare nell'immaginario dei fruitori meno abituali. Un'altra parola chiave nelle strategie di valorizzazione del bene culturale è "rete": mettere in rete il patrimonio culturale e museale va oggi al di là della semplice messa on line del catalogo delle opere. La "rete" significa soprattutto networking, integrazione dell'offerta, sinergie tra istituzioni, condivisione dei patrimoni culturali come moltiplicatore dell'offerta di arte e cultura di un territorio. In tutto questo, di fronte a risorse sempre più difficili da reperire e a bisogni sempre crescenti, la sfida può essere vinta solo se si persegue un'efficace politica di Partnership Pubblico-Privato; nessuna amministrazione locale o regionale è in grado di operare da sola, ma deve essere regista di un'azione congiunta di più attori presenti sul territorio. Ma anche qui è necessario andare avanti e superare le logiche episodiche delle sponsorizzazioni e individuare grandi filoni di intervento che possano permetterci di alzare l'asticella degli obiettivi. La candidatura di una rete di siti longobardi, la cosiddetta "Longobardia" a Patrimonio dell'Umanità Unesco può essere ad esempio una straordinaria occasione per muovere insieme Stato, Regioni, Enti locali e aziende private per raggiungere insieme un obiettivo che non è solo una nuova "etichetta", ma un nuovo modo integrato di vedere il territorio, la sua ricchezza storica, ma anche le sue prospettive di sviluppo.


CALABRIA - “I Longobardi del Sud”: una mostra a Rende
26 maggio 2008, il Giornale della Calabria

RENDE. Sarà inaugurata venerdì 23 maggio, alle ore 17.30, al “Museo del Presente” di Rende la mostra: “I Longobardi del Sud”. L’ideazione ed il finanziamento del progetto di promozione delle arti visive “Visioni Simultanee”, di cui fa parte l’evento, organizzato in collaborazione con la Direzione Regionale per i Beni Culturali, con le Soprintendenze e con le Amministrazioni Comunali di Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria, Lamezia Terme, Palmi, Rende e Vibo Valentia, si deve - è scritto in una nota dei promotori - all’impegno dell’allora Assessore Regionale alla Cultura, On. Sandro Principe. “Allestire una mostra sui Longobardi del Sud, in un Museo del Mezzogiorno -ha scritto, tra l’altro, Principe nella sua presentazione della mostra -riveste una valenza non solo scientifica per la ricostruzione di un periodo storico, ma assume un’importanza politica, in quanto ci permette di cogliere quel carattere unitario della nostra identità nazionale, che si è venuta formando, a nord come a sud, attraverso l’incontro di varie civiltà. La collaborazione con la cattedra di Archeologia cristiana e medievale dell’Università della Calabria, tenuta dall’ottimo professor Giuseppe Roma -ha concluso Sandro Principe- ha permesso di realizzare un progetto di ricerca ed un evento culturale, che getta nuova luce su un fenomeno storico poco conosciuto, ma che ha costituito un momento importante nella formazione del Mezzogiorno”. La mostra, per la quale sono state adottate innovative tecnologie multimediali, si articola in cinque sezioni: La migrazione e la conquista, Attraverso lo scavo, Centri del potere e siti fortificati, Edifici di Culto, Necropoli.

“La mostra che si propone al Museo del Presente di Rende, per la prima volta in Italia meridionale - ha affermato il prof. Giuseppe Roma, presentando l’iniziativa - espone la storia dei contesti territoriali del Ducato longobardo di Benevento. Non si tratta di una semplice esposizione di oggetti (verrà esposta anche la tomba del Guerriero sepolto con il cavallo a Vicende), ma facendo ricorso anche alla tecnologia virtuale, si vuole proporre un racconto oggettivo della Storia del Ducato. Di certo questa mostra - ha concluso il prof. Roma - darà il suo apporto per togliere, in parte, la polvere dell’oblio che si era depositata su questo versante della memoria storica dei nostri territori”. “Per quanto riguarda, in particolare la rassegna espositiva “I Longobardi del Sud” - ha affermato l’Assessore alla Cultura del Comune di Rende, Delly Fabiano - essa rappresenta non solo una testimonianza importante di rivalutazione della civiltà del popolo “dalle lunghe barbe”, che influenzò l’elaborazione della cultura e dell’arte italiana ed europea, ma anche un contributo fondamentale per la riscoperta della “Longobardia Minor” la cui eredità è ancora visibile in molte città meridionali. Sono certa - ha concluso l’assessore Fabiano - che questo evento culturale sarà apprezzato nell’intera Regione ed in tutto il Mezzogiorno”.

L’Osservatore romano, ROMA 23 settembre 2008:PUGLIA i commissari UNESCO nella Longobardia del sud


PUGLIA - I commissari dell’Unesco nella Longobardia del sud
L’Osservatore romano, 23 settembre 2008

Promossa, bocciata o rimandata? I cittadini di Monte Sant'Angelo sul Gargano attendono l'arrivo della commissione che dovrà approvare o meno la candidatura della cittadina micaelica nel patrimonio mondiale dell'Unesco. Il 23 settembre alcuni ispettori visiteranno il santuario di San Michele e la zona circostante per verificare se quanto dichiarato nel dossier rispecchia i canoni previsti per l'approvazione della candidatura. Il tutto sarà raccolto in una relazione segreta che i commissari consegneranno all'Unesco, La candidatura di Monte Sant'Angelo corrisponde alla tipologia definita dall'Unesco come «sito seriale». Italia Langobardorum: centri di poteri e di culto (568 – 774) comprende infatti le più rilevanti testimonianze longobarde presenti sul territorio nazionale: dal Tempietto longobardo a (Cividale del Friuli — con i resti del Palazzo Patriarcale e con il Museo Archeologico Nazionale — al complesso monastico di San Salvatore e Santa Giulia a Brescia, dal castrum di Castelseprio (Varese) — con la chiesa di Santa Maria foris portas — al Tempietto del Clitunno, a Campello (Perugia), dalla basilica di San Salvatore a Spoleto alla chiesa di Santa Sofìa — con il chiostro e il Museo del Sannio a Benevento — fino al Santuario micaelico di Monte Sant'Angelo. I beni inseriti nella candidatura rappresentano, ognuno per la propria tipologia specifica, il modello più significativo o quello meglio conservato tra le numerose testimonianze diffuse nel territorio nazionale e, nel loro insieme, rispecchiano la cultura longobarda . nelle sue varie espressioni. Ma che rapporto ebbe questo popolo germanico con il sud Italia?
I Longobardi comparvero nel meridione alla fine del VI secolo. Dopo aver fondato con il duca Zottone, nel 570, il ducato di Benevento. cercarono a più riprese sbocchi sul Tirreno e sull'Adriatico. Obiettivo: impossessarsi delle fertili pianure campane e pugliesi. Così si spinsero più volte fino a Siponto, allora sotto il dominio bizantino, nella cui diocesi era presente il santuario micaelico. Da subito i Longobardi si sentirono particolarmente attratti da Michele, nel quale trovavano attributi e caratteristiche del pagano Wodan, considerato dai popoli germanici dio supremo, dio della guerra, protettore di eroi e guerrieri.
Nel 642 Aione, duca di Benevento, si mosse contro gli Slavi che, secondo quanto tramanda lo scrittore Paolo Diacono, erano sbarcati sulla costa adriatica accampandosi non lontano da Siponio; ma Aione, attirato in una trappola, fu ucciso. Messo al corrente di ciò, Radoaldo, che reggerà il ducato di Benevento dal 642 al 647, accorse sul Gargano in favore dei Sipontini. Inflisse agli Slavi una grave disfatta costringendoli alla fuga. Le mire espansionistiche longobarde preoccuparono i Bizantini, i quali, stando al racconto di Paolo Diacono, attaccarono verso il 650 il santuario micaelico e furono gravemente sconfitti dal longobardo Grimoaldo 1. duca di Benevento (647-671). L'episodio del 650 influì profondamente sulla storia dei rapporti tra Longobardi e culto micaelico. Quando nel IX secolo, accanto alla data tradizionale del 29 settembre, cominciò a comparire l'8 maggio come dies festus della dedicazione della chiesa micaelica sul Gargano. la storiografia longobarda fece risalire proprio a quel giorno l'apparizione di Michele e la vittoria di Grimoaldo sui Bizantini, contribuendo a creare una tradizione che si è perpetuata ininterrottamente nei secoli. Dal Gargano poi il culto emigrò in Europa e il santuario fu molto imitato.
Questi eventi sono stati ricostruiti in circa trentanni di ricerca dal gruppo di studiosi del Dipartimento di Studi classici e cristiani dell'università di Bari guidati da Giorgio Otranto, che martedì prossimo illustrerà le specificità del sito micaelico.
Su tutto il territorio italiano sono presenti testimonianze della civiltà longobarda di valore assolutamente unico che, anche a motivo della molteplicità dei soggetti coinvolti comuni, province, regioni, soprintendenze, enti parco, diocesi), conferisce alla candidatura un carattere di innovazione e uno spiccato interesse, ponendola in linea con i desiderata del Centro del Patrimonio Mondiale Unesco.
Per la città di Monte Sant'Angelo, la cui candidatura è stata formalizzata ufficialmente il 9 gennaio scorso, hanno firmato l'intesa con il ministero per i Beni e le Attività Culturali, oltre ad autorità regionali e provinciali, il sindaco Andrea Ciliberti e Giorgio (Diramo, Direttore del Centro di Studi Micaelici e Garganici. La procedura si concluderà solo quando si sarà riunito a Parigi il Comitato del Patrimonio Mondiale per le proprie determinazioni.

Candidature anche negli spettacoli sportivi e -in ogni caso- Culturali come WAY of LIFE ... dopo il 2010 SUD AFRICA l'Europa con Spagna e Portogallo?

(foto Congresso Mondiale BITS a Montreal (Canada): a destra il Pres. Mondiale del BITS Dr Norberto Tonini pastPresident del Ctg -Centro Turistico Giovanile Italia)

Le Nazioni Europee Spagna&Portogallo sono pronte a presentare una candidatura- congiunta per ospitare i Mondiali di calcio del 2018 o, in alternativa, del 2022. Lo hanno annunciato, nel corso di una conferenza stampa a Lisbona, i presidenti delle rispettive Federazioni calcistiche, Angel Maria Villar e Gilberto Madail. La lista delle nazioni desiderose di dare una sede all'evento comprende Inghilterra, Giappone, Belgio ed Olanda (insieme), Cina, Qatar, Messico, Stati Uniti, Russia e Australia.
I Mondiali 2018 e 2022 saranno assegnati dalla Fifa nel dicembre 2010.

mercoledì 14 gennaio 2009

MulinoSCARBOLO a Cividale del Friuli (Forum Iulii) decretato Patrimonio Ereditario Culturale Italiano in Longobardia: una RegioneVirtualeEuropea

Il Ministero dei beni Culturali e Ambientali ha decretato che il pregiato e di caratteristiche "uniche" immobile di Archeologia Industriale “Mulino SCARBOLO” a Cividale del Friuli (Forum Iulii) è un patrimonio ereditario culturale italiano ai sensi e per gli effetti della Legge 1° giugno 1939, n. 1089.

Si tratta di due antichi corpi di edifici pervenuti alla famiglia Scarbolo (dal longobardo singolare SKArBULL; plurale:SKArBUI) nel XIX secolo.

Erano adibiti, nei secoli, alla macinazione del frumento, e delle granaglie, e –rara testimonianza superstite in Regione- alla battitura del merluzzo stagionato-BACCALA'.

Costituiscono una notevole testimonianza di archeologia industriale culturale ereditaria di grande rilevanza nella articolata complessità degli usi dello sfruttamento della forza motrice dell’acqua per la vita economica dell’importante centro friulano-europeo di Cividale del Friuli-Forum Iulii.

martedì 13 gennaio 2009

Intervista sul SOLE24Ore del Presidente 'Regione Lombardia' Roberto FORMIGONI su Expo 2015 e UNESCO LOMBARDIA





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*UNESCO BrixiaUNO:
primo sito italiano UNESCO su"Arte Rupestre" da cui la croce camuna simbolo della Regione Lombardia;

*UNESCOBrixiaDUE: candidatura UNESCO 'in rete' del sito di Santa Giulia Monastero Reale Longobardo;

*EXPO Milano 2015:


"NUTRIRE IL PIANETA ENERGIA PER LA VITA"
(...umana di tutte le persone, nessuna esclusa.)


-Budget complessivo 14,0 miliardi...
-TRENTA milioni di Persone che visiteranno l'expo universale di cui il 25% dall'estero... Ma -certissimamente- Non Staranno 'TUTTE&SEMPRE' -SOLO- a MILANO...

Il Presidente Roberto Formigoni al Sole 24 ore di sab.10 gennaio 2009:
"... meglio chiarire adesso che avere ritardi nel 2012-13... organizzare un'EXPO universale (ndr: evento NONPROFIT) è opera complessa... occasione epocale per la Regione Lombardia"



Gestire in modo consapevole la complessità dell'evento nelle sue articoltate complessità tecniche-organizzativo-gestionali... pare estraniando la A2a (BRESCIA-MILANO-...)?...con il suo patrimonio ereditario accumulato di sana ed evoluta organizzazione e ricerca&innovazione tecnologica?

E, ancora, forse pare estraniabile 'Brescia' (nel suo profit, pubblico e nonprofit) con il suo essere 'Mirabilis' (già patrimonio ereditario della umanità UNESCO con l'arte rupestre nella valle camonica) ed ora candidata, in rete, UNESCO una seconda volta, con il Monastero Reale Longobardo di Santa Giulia?

E, ancora, Brescia... per due volte trafficante in mezzo secolo-a ParigiUnesco- sui Patrimoni Ereditari Cuturali dell'intera Umanità... pare, forse, estraniabile, anche -solo- dal concorrere, a Capitale Europea della Cultura per il 2019?

E, ancora, pare estraniabile dalla efficace valorizzazione -almeno sino al 2019- dei capitali che saranno investiti per Expo2015, tra cui la Brebemi....?

E, ancora, Brescia stessa pare forse riuscire nell'impresa di ignorare (chiudendosi orecchie, occhi, naso, gola...) le richieste (si veda web) Veronesi, Mantovane, Trento-Bolzanine di essere Capitali Europee della Cultura 2019? ...tre anni dopo, a cinquanta kilometri, dall'Expo2015?

E, ancora, pare davvero difficile riuscire ad ignorare la fattibilità --in termini di costi/benefici e di costi/efficacia-- un evento -intelligentemente coordinato- dopo le maturate esperienze dell'expo2015- per -tutto l'intero anno- 2019 capace di 'muoversi' tra le diverse città anch'esse Patrimoni Ereditari Culturali dell'Umanità-UNESCO?... Corti/Città/Aree Metropolitane che si specchiano -tutte- sulle Comuni e splendide acque del Benaco, il comune lago di Garda sulle cui acque bene si arriva -tramite il caro fiume Po- sino allo splendore di Venezia e non solo...?

Infine: può EXPO2015 -Esposizione Universale Nonprofit- perdere occasione epocale di valorizzare i siti e quindi l'UNESCO-LOMBARDIA e le relazioni -che saranno sempre più feconde- dei suoi siti con il resto dei siti UNESCO di -tutto- l'intero Pianeta?


Dentro -tutto- il programma EXPO2015 pare -ad oggi- scomparire la parola UNESCO che va invece BENE ripresa -e con Forza....- così si spiega la ragione -attenta- delle articolate azioni -coordinate- dei Forum delle Associazioni di promozione del Turismo Sociale (di tutti, per tutti.. a partire dai siti UNESCO del Pianeta) di Brescia-Lombardia.....

BRESCIA: UN FUTURO CHE VIENE DA LONTANO... che ha fatto, fa e farà storia... sino a quando ci scalderemo sotto questo bel sole di tutti, per tutti, nessuno escluso.

vito mancuso, la repubblica 13 gen.09: "la religione civile che manca in Italia"

"la religione civile che manca in Italia, perchè tanti corrotti e amanti del -particulare-" di Vito Mancuso prima pagina della repubblica del 13 gen.2009.

per ora i titoli di richiamo:

"...Macchiavelli scrive che ...'da noi non manca materia (uomini) da introdurvi ogni forma'...";
(ndr:Die form ist die moglichkeit der struktur (la Forma è la possibilità della Struttura) "
(Wiggestein) e molto, molto è 'la qualità della forma'..
)

"..occorre chiedersi come mai siamo così corrotti e corruttori... per il bene del singolo non si esita a depredare il bene comune della società...;

"...Il tipico male italiano è la furbizia, uso 'distorto' dell'intelligenza,...noi italiani siamo più corrotti perchè usiamo in modo 'distorto' la nostra intelligenza... il furbo fa di se stesso la stella attorno a cui tutto deve ruotare... ";

"...una delle condizioni per cambiare è che i cattolici mettano la loro fede al servizio del bene comune...";

"...se vogliono 'preservare' la loro identità... i cattolici vengono meno al loro compito...";


"..nascita di un'etica civile in Italia...pari a quella degli altri paesi occidentali.. il lavoro in questa direzione da parte dei cattolici è uno dei compiti più urgenti...si tratta di porre -davvero- la fede al servizio del mondo... di questo pezzo di mondo che si chiama Italia..."

"..Chiesa...fedele al suo compito... che è di... spendersi *per la vita del mondo*..."

"...ogni italiano...ripensare il proprio rapporto con la società ...secondo ciò che in termini religiosi si chiama ...*conversione*..."

per ora, per un cattolico, mi pare vada detto che:
"...la stella a cui 'tutto' attorno ruota è nostro Signore Dio,Uno&Trino..."

"...l'ostacolo non è... la ricchezza o la quantità di essa l'ostacolo è l'AttaccamentO, è l'Amore a tutto ciò che non è Dio." (discorso sull' Essenziale... vedi post sulla traduzione di padre Contardo Zorzin, carmelitano scalzo, delle opere di San Giovanni della Croce)

SI RIPORTA IL N.37 DEL DOCUMENTO APPROVATO DAL CONCILIO ECUMENICO VATICANO II-"GAUDIUM et SPES"-:

37. L'attività umana corrotta dal peccato.

La sacra Scrittura, però, con cui si accorda l'esperienza dei secoli, insegna agli uomini che il progresso umano, che pure è un grande bene dell'uomo, porta con sé una seria tentazione.


Infatti, sconvolto l'ordine dei valori e mescolando il male col bene, gli individui e i gruppi guardano solamente agli interessi propri e non a quelli degli altri; cosi il mondo cessa di essere il campo di una genuina fraternità, mentre invece l'aumento della potenza umana minaccia di distruggere ormai lo stesso genere umano.


Tutta intera la storia umana è infatti pervasa da una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre; lotta cominciata fin dall'origine del mondo, destinata a durare, come dice il Signore, fino all'ultimo giorno (64).


Inserito in questa battaglia, l'uomo deve combattere senza soste per poter restare unito al bene, né può conseguire la sua interiore unità se non a prezzo di grandi fatiche, con l'aiuto della grazia di Dio. Per questo la Chiesa di Cristo, fiduciosa nel piano provvidenziale del Creatore, mentre riconosce che il progresso umano può servire alla vera felicità degli uomini, non può tuttavia fare a meno di far risuonare il detto dell'Apostolo: « Non vogliate adattarvi allo stile di questo mondo » (Rm12,2) e cioè a quello spirito di vanità e di malizia che stravolge in strumento di peccato l'operosità umana, ordinata al servizio di Dio e dell'uomo.


Se dunque ci si chiede come può essere vinta tale miserevole situazione, i cristiani per risposta affermano che tutte le attività umane, che son messe in pericolo quotidianamente dalla superbia e dall'amore disordinato di se stessi, devono venir purificate e rese perfette per mezzo della croce e della risurrezione di Cristo.


Redento da Cristo e diventato nuova creatura nello Spirito Santo, l'uomo, infatti, può e deve amare anche le cose che Dio ha creato.Da Dio le riceve: le vede come uscire dalle sue mani e le rispetta.


Di esse ringrazia il divino benefattore e, usando e godendo delle creature in spirito di povertà e di libertà, viene introdotto nel vero possesso del mondo, come qualcuno che non ha niente e che possiede tutto (65): «Tutto, infatti, è vostro: ma voi siete di Cristo e il Cristo è di Dio » (1Cor3,22).