dal Gazzettino di Venezia 09 nov.08
Emergenza salvaguardia e restauri
Un piano per agganciare Venezia all'Unesco
Parla l’architetto Amendolagine
E il pedale sull'acceleratore arriva direttamente dall'Unesco che ha "invitato" il Comune di Venezia ad elaborare un "piano di gestione" a conferma della propria iscrizione nella "Lista del patrimonio mondiale" per la tutela e la salvaguardia del proprio territorio.
Una procedura che, l'organismo culturale delle Nazioni Unite, ritiene imprescindibile per assicurare un'efficace protezione del bene e per garantirne la trasmissione alle future generazioni.
In assenza di questo "piano", Venezia - o chiunque reclami un posto nel Gotha del Patrimonio Mondiale - potrebbe essere escluso dai benefici finanziari, ma anche culturali nel consesso delle Nazioni Unite.
Una condizione comunque remota, ma che è importante che venga tenuta presente. Così, proprio per far fronte a questa situazione e alle richieste dell'Unesco , il Comune ha incaricato l'architetto Francesco Amendolagine, insieme al collega Giorgio De Vettore per il Comune, di redigere un "piano di gestione" che in un certo qual senso sarà il "contenitore" di tutti i progetti di tutela, salvaguardia e difesa della complessa e complicata monumentalità di Venezia. Il progetto, insomma, sarà la cartina di tornasole per comprendere e valutare il "comportamento" degli enti della città preposti alla "conservazione" della città per consegnarla ai posteri.«Sono progetti - spiega Amendolagine - che riguardano le maggiori città collegate all'Unesco . Sono coinvolte tra l'altro anche Roma, Napoli e Firenze che ne ha già elaborato uno in proposito. In un certo qual modo stiamo raccogliendo tutti i dati a disposizione facendo soprattutto tesoro di quanto è stato già fatto e conpiuto in passato». Il "piano di gestione" sulla monumentalità richiesto dall'Unesco abbraccia non solo il centro storico e le isole, ma anche l'intera gronda lagunare, ma coinvolge anche Padova, limitatamente al patrimonio dell'Orto Botanico, vicino alla Basilica del Santo. «Su tutti questi temi - spiega ancora Amendolagine - lavoriamo in stretta collaborazione con gli enti locali veneziani (Ca' Farsetti, Ca' Corner Soprintendenze, Comuni interessati, da Chioggia a Musile di Piave), ma anche padovani (Provincia). Al di là del copioso materiale già raccolto a livello storico-artistico e urbanistico, il grande lavoro da fare sarà soprattutto legato a tre aspetti: nuova residenzialità, mobilità e flussi turistici, controllo e tutela dei monumenti soprattutto per quel che riguarda la manutenzione ordinaria. In questo settore, peraltro, parte importante riguarderà anche la delicata questione della pubblicità e degli sponsor per il restauro del patrimonio artistico cittadino favorendo non solo l'impegno delle grandi imprese, ma anche favorendo un mecenatismo dal basso, coinvolgendo associazioni, enti e sodalizi che, anche con un basso livello di spesa, intendono impegnarsi anche solo per restaurare un sobrio e umile capitello religioso di sestiere».Insomma, il "piano di gestione" dovrà essere la cornice sulla quale basare ogni forma di intervento senza stravolgimenti. Una formula di mediazione utile anche per non mettere a repentaglio luoghi simbolo della storia della città con l'obiettivo di "garantire" ad essi un futuro. «Il piano di gestione - aggiunge con cautela Amendolagine - andrà a verificare anche l'impatto delle normative sul turismo e delle altre istanze ricettive (casa alloggio, bed and Breakfast) che, anche se sono fondamentali per l'economia della città, hanno assunto anche caratteristiche contraddittorie». Ma quanto ci vorrà per la redazione complessiva del "piano"? Per questo esiste una vera e propria "task force" composta dai enti locali coinvolti e che opereranno per sei mesi, un anno, al fine di elaborare un documento che "sostanzi" la presenza di Venezia e dell'habitat circostante in seno al patrimonio mondiale tutelato e riconosciuto universalmente dall'Unesco