mercoledì 11 luglio 2012

Fondazioni Bancarie Non Sono Oggi nel Terzo Settore ma dentro un Guado Ambiguo tra il Sostegno alle Banche diretto e indiretto attraverso le molteplici Finalità Sociali a Cascata...un'interessante analisi-dibattito aperto da Tito Boeri sulla vwww.lavoce.info...


stralci tratti dalla www.lavoce.info
sull'analisi-dibattito sulle fondazioni-bancarie (di origine bancaria) e terzo settore, cioè il settore "nonprofit", scritto tuttoattaccato, a significare che non è la semplice assenza di profitto a caratterizzarlo...

".....La Trasparenza dei  Bilanci...
...il patrimonio delle fondazioni non è un bene privato di cui poter disporre liberamente... si tratta di soldi pubblici, raccolti a partire dalla cessione di aziende e casse di risparmio che erano di proprietà dello Stato o erano riferimento di comunità locali..... le fondazioni bancarie sono diventate private con uno strappo legislativo...sono quindi cosa ben diversa da fondazioni che nascono come private con soldi di privati..."

"...  fin quando i bilanci delle fondazioni, però redatti secondo criteri omogenei e utilizzando valutazioni di mercato, non verranno resi pubblici, meglio da parte del Ministero competente, – e devono esserlo in virtù proprio del ruolo sociale delle fondazioni – continueremo a basarci sulle informazioni che, con grande merito, ha raccolto Mediobanca, consentendo per la prima volta di affrontare la valutazione dell’operato delle fondazioni con evidenze sistematiche ancorate ai dati...."

".... riteniamo cruciali le attività del terzo settore, soprattutto in questa fase di ridimensionamento dello Stato, che chiediamo alle Fondazioni bancarie di perseguire strategie di impiego del proprio patrimonio in grado di preservarne l’entità.... il rapporto Mediobanca mette in luce il problema di fondo dell’attuale configurazione delle fondazioni: voler essere banchieri e allo stesso tempo enti di pubblica utilità alla lunga pregiudica il raggiungimento di questo obiettivo...."

"....oggi le fondazioni non stanno nel terzo settore, ma in un guado ambiguo, scelto e difeso con le unghie, in cui il perseguimento esclusivo delle finalità di utilità sociale e di promozione dello sviluppo economico che la legge assegna loro è inquinato dal perseguimento di obiettivi di potere attraverso la gestione di rilevanti pacchetti di influenza nelle banche.....non  sembrerebbe strano se la Croce Rossa dopo aver raccolto donazioni presso il pubblico le usasse non già per comprare ambulanze, ma per ricapitalizzare una banca o il 3 per cento di Rcs, ancor più se quel 3 per cento di Rcs rappresentasse l’80 per cento delle donazioni?..."

"...l’Italia è piena di aziende e istituzioni che si riempiono la bocca di richiami al terzo settore e alla responsabilità sociale, ma che nella pratica, nei loro comportamenti quotidiani, fanno ben altro. Le fondazioni di origine bancaria non meritano proprio di appartenere a questa categoria.
Proprio perché siamo convinti infatti che tanti servizi, vitali per la collettività, non possano essere forniti né dallo Stato né dal mercato, ma in modo molto efficiente dal terzo settore, pensiamo che ciascuno di questi segmenti possa contribuire meglio al funzionamento della società facendo il suo mestiere. A nostro avviso, le fondazioni farebbero meglio il loro mestiere se non si occupassero di banche
..."