mercoledì 3 settembre 2008

Recensioni... Amintore Fanfani,"Cattolicesimo e protestantesimo nella formazione storica del capitalismo", Marsilio ed.

  • Amintore Fanfani (1908-1999) ordinario di Storia Economica alla Univ. Cattolica di Milano e poi alla Univ. La Sapienza di Roma. Autore di moltissime pubblicazioni. Attivissimo membro dell'Assemblea Costituente Sua è la definizione dell'Italia "Repubblica Democratica fondata sul lavoro". Senatore a vita dal 1972. Sei volte Presidente del Consiglio, più volte ministro, per 14 anni Presidente del Senato. Presidente nel 1965-1966 -unico italiano- dell'Assemblea Generale dell'ONU, fu il primo, da quella prestigiosa carica, a ricordare al mondo intero i problemi planetari dell'ecologia.

    .Fanfani, riconosce inadatto il capitalismo a determinare un'equa distribuzione della ricchezza e ne propone una profonda riforma secondo i principi della Dottrina Sociale della Chiesa (DSC)...

    .Contesta la tesi weberiana (capitalismo frutto di rivolgimenti economici intervenuti in Europa tra la fine del medioevo e l'inizio del Rinascimento).

    .Dimostra che la sola fede religiosa non fu decisiva per il decollo economico dei singoli paesi.

    . dice che "La ricchezza" è il mezzo al raggiungimento dei fini naturali e soprannaturali sia della persona umana abbiente sia persona umana indigente insomma il fine di tutti, nessuno escluso...
    Se quindi la ricchezza è un Mezzo;
  • questo Mezzo è stato dato all'UMANITA' non ad un singolo individuo (v.pag.36)
    Va bene acquistare "quanta" ricchezza si vuole ma non va bene usarla 'solo' per il proprio sé, bisogna dispensarla agli indigenti.

    p.39 stare sempre e solo -personalmente- al "meglio", la propria personale sussistenza "migliore" ad ogni costo.
    A questa pietra di paragone si proverà ogni cosa che passi per mano, tutto è buono o cattivo secondo che conduca o non conduca a quel fine.
    Questo "Spirito Animatore Capitalista" contrasta con la mentalità precapitalistica.

    Chi cerca la ricchezza -utilizzando la mentalità precapitalistica- probabilmente dove ritirarsi presto dal commercio. E non solo per i mezzi immorali, solo a volte o spesso, usati ma anche per l'inapprovato uso di quelli considerati leciti.

    Il processo di passaggio -dal pre al capitalismo- non fu certo istantaneo ma un 'fatto storico' nel modo di pensare e quindi quale 'spinta ad agire' da parte delle persone singole e associate.

    Sono storicamente ....da osservare, analizzare ecc ... la diminuzione, o superamento di fatto, degli ostacoli frapposti alle azioni capitalistiche ...tra cui qualsiasi legge .... o impedimento ....

    Sono storicamente da valutare ...il rischio... il timore di perdere ... la paura della concorrenza (...)...il suo imbrigliamento ... 'vale' solo il proprio massimo utile individuale momentaneo... dato che -per i pericoli che incombono- non si può "guadagnare domani" ... NESSUNO sul "Domani" può fare assegnamento...
    La speranza è messa tutta lì sul "primo" atto produttivo, tutto il massimo possibile è solo per quel dato giorno...

    p.139 Lo sviluppo della Tecnica ha bene contribuito allo sviluppo capitalistico... ( v. anche G .Toniolo)

    pag.139 " ... essendo la mira dei mercanti unicamente rivolta al guadagno .. si radica nel cuore dei cittadini la cupidigia ... tutto diventa venale e, mancando ogni fede, si apre la via alla frode... sprezzato il pubblico bene .. ognuno mira al proprio vantaggio ... manca amore-forza per le virtù e trascurato l'onore che ne é il premio ... necessario che si corrompa il vivere civile ... " (San Tommaso De reg. pric., lib.II, cap.3)